Vorrei che…
Mi piace questa serie di vorrei scritti da un ragazzo delle medie, mi ricordano le ansie e i turbamenti della mia infanzia, i miei desideri, i sogni. Con il tempo si sono trasformati e sono diventati scopo di vita, “unità con la mia origine”, ma è bello ricordare da dove sono nati. Le ansie, gli slanci sono gli stessi.
“Vorrei che mia mamma non si arrabbiasse sempre
vorrei parlarle senza avere paura che mi sbrani.
Vorrei che mi lasciasse uscire con gli amici e che non si adirasse se torno a casa con un minuto di ritardo.
Vorrei stare di più con mio papà,
vorrei che non lavorasse sempre.
Vorrei saper studiare senza fermarmi ogni mezz’ora per fare uno spuntino,
vorrei prendere dei voti migliori e
vorrei non bloccarmi durante le interrogazioni orali.
Vorrei tornare alla Scala di Milano,
vorrei poter ballare tutto il giorno,
vorrei non vergognarmi di ballare davanti a i miei amici , portando invece fiero lo stendardo della danza.
Vorrei che la gente mi capisse meglio.
Vorrei non esser preso per quello che va bene in ginnastica, ma nelle altre materie è buono a nulla.
Vorrei saper esprimere senza vergogna quello che penso.
Vorrei rivivere i momenti più importanti della mia vita e forse
vorrei cambiare alcune decisioni.
Vorrei incontrare tutti i miei amici e tutte le persone che ho conosciuto durante il mio percorso a Milano.
Vorrei a tornare a Milano per rivivere tutte quelle emozioni che ormai non provo più.
Vorrei fare tante, tante, tantissime cose in più di quelle che faccio.
Vorrei saper scrivere bene ,
vorrei saper esprimere per iscritto tutto quello che penso e che faccio senza scrivere cose banali o cose senza alcun senso;
vorrei andare andare bene nei temi di italiano e prendere dei voti che raggiungano il sette o l’otto.
Vorrei fare il pittore o il musicista.
Vorrei andare sulla luna, nello spazio, viaggiare nel mondo.
Vorrei esser un pilota, un calciatore, un ginnasta…
Vorrei fare tante cose.
Forse voglio troppo, ma a volte è meglio volere tanto e sognare che volere poco e non avere un sogno da realizzare.
tema di Claudio Manga, 2D scuola media G.Pascoli, Padova
La terza chiave: la Costanza
“Il disegno Divino è offerto all’umanità perchè si evolva e progredisca verso di Lui. Il singolo essere che fa parte di un progetto collettivo, deve cercare di capire la missione della propria vita, senza diffidare della forza interiore. Solo così non cederà alla paura, alla solitudine, al dubbio. Se l’uomo non affronta l’esistenza con con consapevolezza può solo scatenare l’inferno sulla terra e perdersi nella realizzazione della propria disarmonia. …. Ogni vita ci dona l’opportunità di osservare la vera natura di tutto, perchè si raffini l’analisi del proprio sentire, senza scivolare sulla superficie. Ci vuole Costanza per trascendere il vuoto di un’esistenza ricca di attaccamenti volta solo alla realizzazione esteriore. E, per vivere l’armonia naturale del nostro essere, abbiamo bisogno di ritrovare l’Unità con la nostra origine. Siamo arrivati in questo mondo per cambiare la nostra natura e fonderla in quella spirituale. Ed essendo attratti dal negativo, col tempo l’abbiamo identificato fuori di noi, con nomi diversi: il male, il lato oscuro, le tenebre, l’ignoranza ecc. Ma è dentro di noi che dobbiamo osservare questa peculiarità, nella nostra mente che ci inganna. Abbiamo percezione della polarità di ogni manifestazione, siamo immersi nell’illusione della dualità. In realtà non esiste il male, dicono gli Angeli, così come non esiste il bene. Esiste solo l’UNO. Solo quando entriamo in contatto con la nostra anima, attingiamo all’infinita saggezza eterna. Noi siamo molto di più di ciò che appariamo. La Costanza nell’essere centrati nella nostra vera essenza, ci permette di mantenere chiaro dentro di noi il Progetto Divino e ci fa procedere con perseveranza verso la meta finale.”
tratto da: “La dimensione della Gioia” A. Bona, ed. Melchisedek
Sviluppi dell’AMORE
Sulla terra per come noi intendiamo normalmente, l’Amore ha una valenza che diviene spesso unione, di corpi e di anime. L’amore che sboccia tra un uomo e una donna si concretizza il più delle volte in una relazione, in un matrimonio. Mi piace pubblicare il tema di un ragazzo che frequenta la scuola media Pascoli, qui a Padova. Francesco vede così i suoi genitori e dipinge un bellissimo ritratto della loro relazione. Non si parla mai d’amore, ma non è anche questa diversità che si integra amore?
” Lui ha sempre caldo, lei ha sempre freddo. Quando vado in camera dei miei genitori il letto è come tagliato a metà: verso la finestra pare aver dormito un rinoceronte, l’altra metà sembra aver riposato una piccola farfalla. Di sera lei indossa sempre un pile pesante oppure si avvolge attorno ad una copertina di lana e vaga per le stanze come un fantasma; lui si veste con un leggero pigiama quasi estivo anche nelle notti più fredde. Lui si alza alle sei della mattina; lei, se potesse dormirebbe anche fino alle undici. A colazione mia mamma mangia fette biscottate con marmellata e miele, biscotti e latte, lui se la sbriga con un veloce caffè. Lei è sbadata e dimenticona, lui no. Quando alla mattina salgo in macchina, la frase che sono solito sentire è: “Francesco vai a prendermi l’orologio/telefonino/borsa/chiavi della macchina…. Se per caso già partiti e la casa è ormai lontana, mia mamma chiama mio papà e si fa portare le cose in ufficio. Al contrario, mio papà prima di uscire di casa, controlla di avere tutto con sé. Lei è anche molto disordinata (basta guardare dentro la sua borsa). Lui è ordinatissimo. Quando partiamo per un viaggio lei è imprevedibile, non si sa mai cosa mette nella valigia, ma si sa per certo che occuperà anche lo spazio di mio papà, mio e di mia sorella. Lei quando si arrabbia resta arrabbiata per una settimana o più; lui fa la sfuriata improvvisa, diventa rosso come i peperoni che coltiva mia nonna, e poi si calma. Lui quando guarda la partita della Juventus oppure la Formula 1 non vuole essere disturbato; lei guarda rassegnato mio papà sdraiato sul divano e si arrabbia perchè vorrebbe guardare un pò lei la televisione. Quando andiamo la cinema è meglio far scegliere il film a mio papà. Lui sceglie film d’azione, comici, avventurosi, che hanno un senso; lei no, lei sceglie film sentimentali e melensi, lunghi anche tre ore, i “suoi” film non hanno senso! Lui indossa sempre giacca e cravatta per andare in ufficio, a casa indossa una tuta blu molto comoda; lei invece si veste in jeans e maglietta. La domenica mattina mia mamma trascina giù dal letto mio papà e lo costringe ad andare a camminare. Oltre che a mille e più diversità loro hanno anche molte cose in comune come la musica, il teatro, il gioco delle carte… Nonostante le loro diversità, si vogliono molto bene, e poi non c’è il detto ” I contrari si attraggono?”
tema di Francesco Fornasiero, 2D, scuola media Pascoli, Padova
Esperimento del Riso di Masaru Emoto
http://youtu.be/ExB1zl1W0I4
Esperimento di Masaru Emoto con il riso
L’acqua è la risorsa fondamentale per tutte le forme di vita sul nostro pianeta, la sua qualità e la sua integrità sono essenziali per la loro sopravvivenza.
Un sorprendente messaggio ci giunge dall’acqua attraverso le ricerche di Masaru Emoto.
Masaru Emoto è nato nel 1943 in Giappone ed è scienziato e ricercatore, il quale dal 1984 ha cominciato a condurre le sue ricerche approfondite sull’acqua e l’energia, grazie all’incontro con il bio-chimico Lee H. Lorenzen.
Dopo aver messo a punto la sua tecnica di refrigerazione per far cristallizzare l’acqua(essa avviene a -4°C ca.), cominciò ad osservare ed esaminare diversi tipi di acqua, come l’acqua dell’acquedotto di diverse città del mondo, e quella proveniente da sorgenti, laghi, paludi, ghiacciai. Quindi gli venne l’idea del pazzo metafisico di esporre l’acqua alle vibrazioni della musica, delle parole (pronunciate o anche soltanto scritte sulle bottiglie dei campioni d’acqua) e persino dei pensieri.
I risultati dei suoi esperimenti mostrano, che i cristalli d’acqua, così trattati, cambiano struttura e forma a seconda dei messaggi che ricevono.
In pratica dopo aver esposto l’acqua a queste vibrazioni e frequenze (musica, parole, pensieri), in teoria essa dovrebbe memorizzare, immagazzinare queste energie; è come quando si emette una forte nota vicino a un diapason o anche una chitarra e successivamente lo strumento continua a vibrare di quella nota per un certo periodo di tempo; ed Emoto sostiene che allo stesso modo l’acqua conservi energie finche non riceve altre vibrazioni.
Per vedere realmente queste energie metafisiche dentro l’acqua Emoto ha quindi pensato di fotografare le molecole d’acqua cristallizzate e legate l’una all’altra in complessi cristalli, con risultati molto differenti e svariati.
Le immagini dei cristalli sono talmente impressionanti che il Dr. Masaru Emoto ha deciso di rendere disponibili spiegazioni e fotografie a tutte le persone interessate, attraverso la pubblicazione di libri e Internet.
Successivamente ha proposto al mondo intero un simile esperimento che consiste nel mettere dentro due barattoli del riso bollito ed attaccarci sopra due etichette, una rappresentante il bene o l’amore e l’altra rappresentante il male o l’odio.
Una volta fatto bisogna guardali e pensarli per circa mezzo minuto al giorno per un periodo lungo, senza nessun limite di tempo.
Il risultato ancora una volta porta a due opposti, in quanto col passare del tempo il riso “buono” rimane buono e quello “cattivo” presenta segni di fermentazione e degradazione, ma dopo anni di pensieri su questi barattoli si nota che quello “cattivo” diventa grigio scuro, mentre quello buono assume una tonalità sul rosa.
….
L’acqua è il mediatore di informazioni negli organismi; per ogni molecola di proteine ci sono 10.000 molecole di acqua.
Quando le molecole attivano un processo biologico, il segnale non avviene per contatto, ma è trasmesso direttamente da loro nell’acqua, che svolge anche un lavoro di amplificazione del segnale e lo propaga fino al recettore.
In biologia, il concetto di “segnale molecolare” è universalmente utilizzato, ma se chiediamo ai biologi quale sia la natura “fisica” del segnale, non sanno rispondere.
Essi utilizzano un modello classico (superato dalla fisica moderna) secondo il quale il semplice contatto fra due strutture che si uniscono crea energia, stabilendo in tal modo uno scambio di informazione.
La maggior parte dei biologi segue questa teoria senza comprendere che questo modello non può più essere valido alla luce degli ultimi sviluppi della fisica.
La teoria proposta da Jacques Benveniste dimostra una trasmissione dell’informazione biologica attraverso l’acqua ed i campi elettromagnetici ed offre un fondamentale punto di spiegazione scientifica dell’omeopatia.
Beh siamo fatti per il 70% da acqua, se il pensiero davvero fa la differenza, allora mi raccomando pensiero positivo “a manetta”!!!
Scritto da Razvan Vacaru
mercoledì 15 ottobre 2008
tratto dal sito: www.itcbramante.it
Dalla lettera di San Paolo ai Romani (12,1-2.9-18)
1Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. 2Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.
3Per la grazia che mi è stata concessa, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto è conveniente valutarsi, ma valutatevi in maniera da avere di voi una giusta valutazione, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. 4Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, 5così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e ciascuno per la sua parte siamo membra gli uni degli altri. 6Abbiamo pertanto doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi. Chi ha il dono della profezia la eserciti secondo la misura della fede; 7chi ha un ministero attenda al ministero; chi l’insegnamento, all’insegnamento; 8chi l’esortazione, all’esortazione. Chi dà, lo faccia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia.
9La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; 10amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. 11Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore. 12Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, 13solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità.
14Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. 15Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto. 16Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un’idea troppo alta di voi stessi.
17Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. 18Se possibile, per quanto questo dipende da voi, vivete in pace con tutti. 19Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all’ira divina. Sta scritto infatti: A me la vendetta, sono io che ricambierò, dice il Signore. 20Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, ammasserai carboni ardenti sopra il suo capo. 21Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male.
Commento :
Cari Novarmonici,
ho letto con piacere la lettera di San Paolo ai Romani. Sono certo conoscerete anche la prima lettera ai Corinzi ma mi piace segnalare ugualmente il passo sull’Amore:
“Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi Amore, sarei come il bronzo che risuona o il cimbalo che tintinna.
E se anche avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza; se anche possedessi una fede così grande da trasportare le montagne, ma non avessi Amore, io non sarei nulla.
E se anche distribuissi tutti i miei averi ai poveri e offrissi il mio corpo perché fosse bruciato, ma non avessi Amore, niente di tutto ciò mi gioverebbe.
L’Amore è paziente, è benigno; l’Amore non arde di gelosia, non si vanagloria, non s’insuperbisce, non si comporta in maniera sconveniente, non persegue il proprio interesse, non si indigna, non nutre alcun risentimento per il male ricevuto, non si rallegra dell’ingiustizia, ma gioisce della verità.Tutto ammette, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. L’Amore non avrà mai fine. Invece le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà, la scienza svanirà. Perché la nostra conoscenza è imperfetta, e imperfetto è anche quello che profetizziamo. Ma quando verrà ciò che è perfetto, tutto quello che è imperfetto sarà annullato. Quando ero bambino, parlavo da bambino, sentivo da bambino. Ora vediamo come in uno specchio, in maniera oscura, ma allora vedremo in modo chiaro, faccia a faccia; adesso conosco soltanto in modo imperfetto, allora invece conoscerò come sono conosciuto.
Ora, dunque, rimangono La Fede, la Speranza e l’Amore. Questi tre. Ma quello più importante di tutti è l’Amore.”
Nella versione più recente della CEI “Amore” è stato sostituito con “carità”. Non cambia molto: la carità non è altro che l’Amore che si fa carne. E’ quello che noi dobbiamo seguire.
Un abbraccio.
Eluardo De Rios
Gentile Eluardo, certo la lettera di San Paolo ai Romani, affiancata a quella che lei mi ha ricordato (e che rimane tra le mie preferite) racchiudono TUTTO.
Cos’altro dire, per me un anelito di speranza per guarire il mondo. Ogni insegnamento li mi sembra racchiuso. Paolo che perseguitava i Cristiani è arrivato pur non avendo conosciuto il Cristo a dire queste cose sconvolgenti, non per sua bocca ma ispirato dall’UNO che provvidenzialmente coniuga in se anche la parte oscura e la redime. Proviamiamo a metterle in pratica. Fin da bambini il senso del possesso, l’orgoglio, la gelosia ci pervadono. Anche quando nasciamo di natura mite ci troviamo pur non avendo fatto del male ad esser più volte colpiti e allora quale consolazione e continuo rinnovamento per l’anima queste parole. Sento che questo AMORE non è umano, ma viene ora a trasformare il nostro DNA. Dicono che i nuovi bambini che stanno arrivando sulla terra, i Cristallo, di cui parlavo nei miei precedenti interventi, abbiamo già espresse in sé questa qualità di AMORE CRISTICO. A noi invece il compito sempre del lavoro consapevole, della trasformazione attraverso il sacrificio, nulla ci è regalato. Ogni giorno una prova e senza queste parole vive sarebbe molto, molto dura. Qui trovo nutrimento e pane.
Grazie per leggermi e stimolare il mio “lavoro”
Annamaria
Dal Cantico dei Cantici (Ct 2,8-16; 8,6-7)
“Una voce! Il mio diletto! Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline. Somiglia il mio diletto a un capriolo o ad un cerbiatto. Eccolo, egli sta dietro il nostro muro; guarda dalla finestra, spia attraverso le inferriate. Ora parla il mio diletto e mi dice: «Alzati, amica mia, mia tutta bella, e vieni! O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è leggiadro». Il mio diletto è per me e io per lui. Egli mi dice: “Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma del Signore! Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo.”
La seconda chiave: l’Amore
“L’Amore vero nasce al di là della mente ed è uno stato dell’essere. Esso è nascosto nei meandri del nostro Essere e non può esser insegnato, semplicemente è. La mente non sa amare e ignora il momento presente, il qui e ora. Quando sappiamo accettare tutto ciò che esiste, senza alcun giudizio né pretendere qualcosa in cambio , ci apriamo all’Amore, alla Gioia e alla Grazia. L’Universo ci fornirà ciò di cui abbiano necessità, per il nostro massimo bene. Attraverso l’Amore vero, le situazioni si chiariscono, il tutto diviene un mezzo celeste per evolvere. Il pensiero si esalta, si allontana dalla negatività terrena e si innalza alla dimensione divina. Generare Amore in tutte le aree della nostra vita ci rende consapevoli che possiamo essere circondati di Amore, lasciando che la luce della nostra presenza trasformi ogni sofferenza. L’Amore incondizionato è l’Energia che tiene unito l’Universo ed è sempre disponibile, dicono gli Angeli. Non amore terreno, vincolante, limitato, ma gratificante, consapevole, illuminante, Divino. Solo con questo Amore in noi, saremo in grado di esprimere il nostro vero Sé e, con questa consapevolezza ben radicata potremo elevare il mondo intero. L’uomo è frutto della fusione del’Amore tra la Madre Terra e il Padre celeste, ma la densità della natura dei nostri pensieri ci impedisce di percepirlo. L’egoismo, l’invidia, il tornaconto sono freni nell’evoluzione. Producono lacerazioni, urti, ribellioni, dolori e chi li attua si stacca dalla perfezione dell’Amore. Il vero amore non può essere mai sfiorato dal calcolo, dal tornaconto, dall’egoismo e deriva dal piacere della condivisione e del progetto comune. L’Amore terreno è teso a un fine, ma l’essere umano tende a analizzarlo, a strumentalizzarlo, senza distinguere il vero Amore, ossia quello che nasce dal nostro spazio sacro del cuore, che nulla chiede e nulla vuole in cambio.”
Tratto da “La dimensione della Gioia” A.Bona. ed. Melchisedek
Matteo , XVIII, 21-22
La prima chiave: il Perdono
Riflettevo sul Perdono, virtù difficilissima da rendere attiva nella nostra vita. Perché, mi sono chiesta non riesco a perdonare. Per molti anni mi sono fatta questa domanda, e anche quando credevo di aver perdonato ancora una parte del mio corpo non riusciva a perdonare e urlava per un profondo istinto di sopravvivenza. Il perdono si fonda sulla capacità di trasformare un dolore che ci ha colpito nell’intimo, che ha lavorato dentro di noi minando le nostre sicurezze più profonde. Difficile perdonare quando ci hanno tolto tutto quello che di più caro avevamo, difficile allora perdonare anche Dio quando ci toglie un figlio e la vita prende una strada diversa da ciò che avevamo programmato per la nostra esistenza. Ho provato ad affrontare il perdono poco tempo fa, ho incontrato questo fantasma che da anni tenevo ben chiuso dentro di me. Un amico sacerdote che sa del dolore che vissi mi ha detto in questi giorni: perché devi ancora soffrire? perché ancora il sacrificio di incontrare una persona che ti ha fatto così tanto star male? Ho voluto ascoltare invece le parole di due cari amici che mi hanno incoraggiato ad incontrare chi non riuscivo a perdonare. E’ stata un’esperienza indescrivibile, ho dovuto lottare contro me stessa per giorni per affrontare una parte di me che si ribellava, gridava no. Mi sono arresa a quello che mi veniva incontro. Sapevo che l’assenza di Perdono è uno dei maggiori impedimenti nel percorso di evoluzione spirituale. Certo riuscire ad aprire una porta verso il perdono ci rimette in contatto con l’UNITA’ perduta. Improvvisamente ci si sente forti di questa ritrovata unione, l’orgoglio si scioglie, le resistenze, i sentimenti negativi si liquefano nelle nostre lacrime di resa. Ha qualcosa a che fare con il Cristo, con il suo sacrificio di trasformazione. Una potente e difficile esperienza che sta trasformando me e forse anche chi sto perdonando.
Lacrimosa Messa di Requiem Mozart
« Lacrimosa dies illa, qua resurget ex favilla judicandus homo reus. Huic ergo parce, Deus. Pie Jesu Domine, dona eis requiem! Amen! »
Implicazioni della teoria di Rupert Sheldrake
Per quanto la mia esposizione della teoria dei campi morfici possa essere parziale e frammentaria, non è difficile arrivare a concludere per deduzione come questa possa avere implicazioni interessanti sia per quanto riguarda la cura delle malattie che il cambiamento degli stati mentali. Secondo Sheldrake e la teoria della risonanza morfica le cellule deteriorate del corpo sarebbero in grado, attingendo alla memoria dei campi morfici relativi, di attivare sistemi di autoguarigione del corpo. Attraverso adeguati interventi sulla coscienza del soggetto malato, si riattiverebbe la memoria del funzionamento della cellula anomala. Intervenire solo farmacologicamente invece o con la chirurgia, può riportare quasi inevitabilmente al ripresentarsi della patologia.
Analogamente al corpo fisico, anche in materia di consapevolezza spirituale possiamo dire che elevando gli stati di coscienza dei singoli, attraverso un personale lavoro di trasformazione possiamo arrivare ad influenzare la consapevolezza in continua evoluzione del pianeta. Il nostro lavoro quotidiano volto al Perdono, alla Verità, all’Onestà, alla Gioia avrà allora risultati contagiosi e virtuosamente epidemici.
Per maggiori informazioni su consultare il sito inglese: www.sheldrake.org
La teoria della risonanza e i campi morfici
Secondo la teoria di Sheldrake, se un certo numero di persone sviluppa alcune proprietà comportamentali o psicologiche od organiche, queste vengono automaticamente acquisite da altri membri della stessa specie. Così, se una buona parte dell’umanità raggiunge un certo livello di consapevolezza spirituale, questa stessa consapevolezza si estenderebbe per risonanza morfica ad altri gruppi, coinvolgendo quindi l’intero sistema (questo numero di persone o comunque di individui appartenenti ad ogni altra specie in cui si verificherebbe un analogo fenomeno è chiamato massa critica). Fenomeno della “centesima scimmia”. Ogni trasformazione individuale comporta una modificazione del sistema e chi si trova all’interno di questo sistema viene inevitabilmente coinvolto. Cominciamo quindi a trasformare noi stessi. Questo è il massimo che possiamo fare. La trasformazione personale è l’arma più potente che si possa usare per modificare l’umanità e l’intero pianeta.
Questa esemplificazione discende dalla controversa teoria della “causalità formativa” di Sheldrake, che ovviamente implica un universo non meccanicistico e governato da leggi che sono esse stesse soggette a cambiamenti.
Eleonora nell’Iris
Eleonora come una piccola fatina nell’iris eseguito dalla pittrice Alessandra Valle. Per informazioni per ritratti su commissione vedi .
NovArmonia diventa Associazione culturale
In questi giorni NovArmonia si è trasformata in un’associazione culturale. Ecco in poche righe lo statuto e gli intenti che vuole perseguire.
L’associazione culturale NovArmonia si propone di creare un luogo che accolga persone interessate al loro sviluppo psicofisico al fine di trovare un nuovo modo di vivere in sintonia con il proprio tempo. Il centro desidera mettere a disposizione dei suoi soci la conoscenza approfondita di tecniche naturali come i Fiori del dottor Edward Bach, la tecnica Bowen, la disciplina del Feng Shui , lo Yoga e altre discipline anche ricreative ispirate dagli stessi principi.
Basandosi sulla condivisione e sulla sperimentazione di queste tecniche in forma di incontri sia in gruppo sia individuali, i soci potranno trovare in NovArmonia un punto di riferimento e di confronto per la loro ricerca condividendo con il gruppo i risultati raggiunti. L’attenzione dell’ Associazione culturale NovArmonia si rivolge a donne e uomini di tutte le età, considerando le problematiche dell’infanzia, dell’adolescenza, dell’età adulta e dell’età matura.
Per il raggiungimento dei suoi fini l’Associazione Novarmonia potrà porre in essere ogni iniziativa utile, tra le quali:
organizzare attività culturali quali corsi ,convegni, conferenze, seminari, mostre, spettacoli, visioni video e cinematografiche, rassegne di poesia, concorsi, incontri con scrittori, letture e, più in generale, ogni tipo di manifestazione artistica e culturale utile a poter soddisfare le esigenze di conoscenza, di svago e di ricreazione dei soci.
Favorire l’estensione e la diffusione delle relazioni tra i soci attraverso conferenze e riunioni a tema affinché i soci possano trascorrere il proprio tempo libero dialogando, confrontandosi ed attuando lo scambio reciproco delle esperienze maturate in ogni campo, nel massimo rispetto delle libertà individuali.