Forma perfetta pronta a diffondersi
soffione tarassaco
PROGRESS
Once there was a purpose,
so I hear: there was a God.
It made it all less worthless
and it gave us the because
we’d all been searching for.
An unarguable truth.
A reason to be kind and just,
a reason for the noose
that sent the sinner off to sinnerland
and made us all feel better
in the knowledge that the righteous
would be right and just forever.
Once there was religion,
and it ruled. We had it bad.
We fooled ourselves to sleep at night;
This was This, and That was That.
And if our morals ever shook,
we looked no further than The Book.
But over time we felt the pressure;
it became the great oppressor.
And without God, the wars seemed crueller
life seemed bleaker. Art seemed foolish.
Death seemed stranger now than ever.
What was mankind for? What terror
flooded us to understand
there was no point, no grander plan.
There was just living out each day.
Work. Eat. Sleep. Fuck. Pass away.
Without the fear of retribution
we found guilt-free pleasure
but we lost the sense of union
that had kept us all together.
We needed something new to fill
the emptiness that grew;
and what’s better to believe
in than all-you-can-eat Freedom!
The joy of being who we are
by virtue of the clothes we buy.
The dream of getting rich enough
to live outside the common life.
And now, there is no purpose
that exists beyond our needs.
Now there is the worship
of convenience and speed.
We run around the circuit,
pit our grace against our greed
And all we have is surplus
to what’s needed and we feed
our callous little urchins
in the best way that we can.
And then wonder how they’ve grown
to only know what’s in their hands.
Now we have the Screen,
and it rules.
Our kids are perma-plugged into its promise,
admiring all its jewels.
And couples eat their dinner,
in the glimmer of its rays,
we stare until we’ve learned
the world’s ways.
Pre-teens learn what heart-throbs are.
Heart-throbs gorge on hot pork and watch sport.
Reality played for us to sneer and weep at —
here is morality at last! See us caught
in full colour, high definition.
Look — a cripple on a blind date.
Look — young people getting fucked in Magaluf,
look — the mother of a dead son, weeping, irate,
look — a celebrity eating shit and singing Agadoo.
We used to burn women who had epileptic fits.
We’d tie them to a stake and proclaim them a witch.
Now
we’ll put them on a screen if they’ve got nice tits,
but they’ll be torn apart if they let themselves slip.
We’ll draw red rings round their saggy bits.
And flick through the pictures while we eat bags of chips.
You can either be a beauty or a beast or a bitch,
you can either be cool or kooky or kitsch.
Before
you were damned for the things that you did,
or if you didn’t live how the villagers lived.
Now
You’re handed the mould and told — fit into this.
And maybe one day you could really be big.
Behind-the-scenes footage
of a famous last gig.
Backstage close-up
of the singer’s last twitch.
Before she pulls her gun out
and blows herself to bits.
The world is your playground,
go and get your kicks,
as long as you’re not poor,
or ugly, or sick.
We never saw it coming,
like all the best tricks.
Once we had the fear;
now we have the fix.
La poesia di Kate Tempest Progresso, è tratta da Hold Your Own/ Resta te stessa, Edizioni E/O, 2018 con testo inglese a fronte. Traduzione di Riccardo Duranti.
PROGRESSO
Una volta c’era uno scopo,
ho sentito dire: c’era un Dio.
Rendeva tutto un po’ meno indegno
e ci forniva il perché
che tutti cercavamo.
Verità indiscutibile.
Un motivo per essere buoni e giusti,
un motivo per il cappio
che mandava il peccatore a quel paese
e ci faceva sentire tutti meglio
nella consapevolezza che i giusti
sarebbero stati giusti per sempre.
Una volta c’era la religione e comandava.
Ce la passavamo male.
La sera ci addormentavamo nella delusione
questo era Questo e quello era Quello.
E se mai vacillava la nostra morale nella nebbia
non dovevamo far altro che consultare la Bibbia.
Ma col tempo ne abbiamo sofferto la pressione;
il grande oppressore era la religione.
E senza Dio le guerre ci sembravano più crudeli,
la vita più squallida. L’arte sembrava una sciocchezza.
La morte ora era più strana che mai.
A che serviva l’umanità? Che terrore
ci invadeva quando capivamo
che non c’era scopo, che non c’era piano?
Si viveva solo per un giorno.
Lavorare. Mangiare. Dormire. Scopare. Crepare.
Senza il timore di una punizione
scoprimmo il piacere senza sensi di colpa,
ma perdemmo il sentimento comune
che ci aveva tenuti tutti insieme.
Avevamo bisogno di un nuovo ingrediente
che riempisse il vuoto crescente;
e quale nuova fede migliore
della Libertà senza-più-limiti?
La gioia di essere quello che siamo
in virtù dei vestiti che acquistiamo.
Il sogno di arricchirci abbastanza
da vivere una vita fuori dal comune.
E ora non c’è uno scopo
che vada oltre i nostri bisogni.
Ora si venera soltanto
ciò che è comodo e veloce.
Corriamo in tondo
dove la grazia sfida l’avidità.
Tutto quel che abbiamo va al di là
della necessità che nutriamo
i nostri viziatissimi monelli
nel modo migliore che possiamo.
E poi ci meravigliamo che da grandi
conoscono solo quel che si trovano in mano.
Ora abbiamo lo Schermo
che comanda tutto.
I nostri figli perma-connessi alle sue promesse,
in ammirazione costante delle sue gemme.
E le coppie consumano i pasti
al chiarore dei suoi raggi,
lo fissiamo fino a imparare
come va il mondo.
Pre-adolescenti apprendono il batticuore.
Il batticuore s’ingozza di maiale piccante e sport.
La realtà messa in scena per essere compianta o irrisa –
ecco finalmente la mortalità! Vederci ripresi
a colori in alta definizione.
Guarda – uno storpio a un appuntamento al buio.
Guarda – giovani che fottono a Magaluf,
guarda – la madre di un figlio morto che piange e impreca,
guarda – una celebrità che mangia merda e canta Agadoo.
Una volta bruciavamo le donne che soffrivano di epilessia.
Le legavamo a un palo e le accusavamo di stregoneria.
Adesso
le mostriamo sullo schermo se hanno belle tette,
ma poi se si lasciano andare le facciamo a pezzi.
Tracciamo cerchi rossi attorno alle smagliature.
E scorriamo le immagini mangiando patatine fritte.
Si può essere una fata, una stronza o una matta,
oppure elegante, una bestia o una coatta.
Prima
si era condannati per le cose fatte,
oppure se non si viveva come il resto del villaggio.
Adesso ci danno uno stampo e ci dicono – infilati qui dentro.
Vedrai che forse un giorno sarai famoso.
Riprese dietro le quinte
di un famoso ultimo concerto.
Dettaglio ravvicinato
dell’ultimo spasimo della cantante.
Prima che tiri fuori la pistola
e si faccia saltare le cervella.
Il mondo è il tuo parco giochi,
va’ e divertiti da matto;
basta che non sei povero,
malato o brutto.
Ci hai colto di sorpresa
come i migliori trucchi.
Una volta avevamo paura;
adesso abbiamo la cura.
La poesia di Kate Tempest Progresso, è tratta da Hold Your Own/ Resta te stessa, Edizioni E/O, 2018 con testo inglese a fronte. Traduzione di Riccardo Duranti.
Il cammino interiore come via di trasformazione.
“La metamorfosi interiore avviene a spirale, in maniera analoga a come la rappresentano i labirinti nelle chiese medievali. Non è una strada a senso unico, sulla quale vado sempre avanti, ma un procedere a spirale, in cui, apparentemente, torno con regolarità al punto di partenza, per proseguire con nuova energia…. L’espressione biblica per la trasformazione dell’uomo è quella della metanoia, della conversione, dell’inversione di marcia. La parola greca metanoia indica un cambiamento di mentalità. Pensando diversamente, indirizzando il mio pensiero in un’altra direzione, si trasforma tutta la mia esistenza. Attraverso un nuovo modo di pensare anche l’essere umano si rinnova. La conversione ha presente una strada sulla quale mi volto, prendo un’altra strada, faccio una curva, mi volto. La conversione presuppone che io abbia percorso una strada sbagliata. Spesso la falsa pista o la deviazione sono la condizione necessaria a una vera metamorfosi. …Chi guarda con più attenzione scoprirà come, in questo processo, anche al peccato spetti una funzione particolare. “Il peccato può diventare una forza motrice perchè l’essere umano si metta in cammino verso Dio. Può espellere l’essere umano dalla sua falsa sicurezza, portandolo al benefico riconoscere la verità su se stesso, può distruggergli le illusioni che si è fatto su se stesso e risvegliare in lui una fame autentica del vero bene che ha abbandonato. (Hermann Breucha) Se voglio cambiare strada, devo prima prendere in considerazione e accettare quella sbagliata che ho percorso. Devo conciliarmi con il mio peccato, che allora può essere trasformato in una felix culpa, come canta l’Exultet a Pasqua.”
tratto da “Confidare nella Trasformazione”, di Anselm Grün, ed. Queriniana
Cristo Risorto di Matthias Grünewald.
Amo profondamente questa immagine del “Risorto” che passa attraverso tutti i colori del “sangue” e del “fuoco”, e si fa “incandescente” verso l’alto. Dentro l’”aureola” che accende l’ “ottavo cielo”, quello che ancora non c’era, il Cristo sorride agli uomini e alle donne nel “terzo giorno”.
Pierangelo Sequeri
Mascherina protettiva in jersey. How to sew Face Mask | NO Sewing Machine
Mascherina protettiva in jersey da fare da soli a casa con una t-shirt, lavabile e riutilizzabile. Da una t-shirt che abbiamo in casa possiamo realizzare una pratica mascherina da utilizzare in questo periodo nei luoghi pubblici. E’ pratica perché può esser lavata e riutilizzata. Serve ritagliare un pezzo di tessuto jersey di misura cm.41x cm.23. Sul retro c’è una tasca dove inserire un filtro in carta da forno che aiuterà a fare ulteriormente da barriera. Un filtro morbido come un fazzotettino di carta più essere profumato con un’essenza balsamica.
guarda altre immagini per la spiegazione di come realizzarla su https://www.rosesfanees.it
Atmosfera di Pasqua
7 – 13 aprile Atmosfera di Pasqua
Quando dalle ampiezze universali
il sole parla al senso dell’uomo
e gioia dalle profondità dell’anima
si unisce alla luce nel vedere,
allora fluiscono dall’involucro del Sé
pensieri nelle lontananze dello spazio
e legano ottusamente
l’entità dell’uomo all’essere dello spirito.
tratto da: Calendario dell’Anima R.Steiner (Le date si riferiscono alla prima pubblicazione relativa all’anno 1912-1913; la Pasqua fu la domenica 7 aprile 1912)
Per scoprirci
“Attraverso il risveglio del senso della memoria possiamo percepire il nostro “corpo temporale”, cioè la nostra estensione reale e simultanea (non locale) nel tempo: in sostanza tutte le nostre vite, quelle che genericamente definiamo come “precedenti”, ma che sono anche parallele o addirittura future, dato che sono contemporanee. Il senso della memoria è consapevolezza, ovvero partecipazione. Ognuno di noi è tutte le esperienze che ha vissuto e che vivrà, in forme diverse, in corpi diversi, in tempi e in dimensioni diverse. Siamo un “punto di attenzione” in cui tutto è PRESENTE. Siamo una coscienza incarnata nel Tempo, prima ancora che nello spazio e nelle sue dimensioni possibili. Più che parlare di reincarnazione, come processo di risveglio, dovremmo dunque parlare di riconnessione. Risvegliando il senso della memoria ci rammentiamo certamente delle vite precedenti, ma non perché accediamo ad una registrazione mnemonica. ma perchè le stiamo vivendo contemporaneamente: noi siamo l’essenza che le accomuna e che le impiega come fossero sonde nel tempo e nella materia. Queste sono le nostre vite, le nostre “incarnazioni “: le sonde, i tentacoli della coscienza che ci da forma. Non accediamo ai ricordi, ma alla consapevolezza della nostra vita nella sua reale estensione che trascende l’attuale identificazione spazio-temporale e corporea. Dall’istante in cui ricordiamo chi siamo veramente e percepiamo il nostro vero corpo multidimensionale possiamo finalmente identificare e determinare quale linea di esistenza corrisponde alla nostra missione. E’ a partire da quell’istante che determiniamo non solo il presente ed il futuro delle nostre personalità d’anima, ma le stesse vite precedenti. Occorre pertanto superare l’impostazione e la logica sostenute, nella ricerca di vite precedenti, da processi, quali l’ipnosi regressiva, che non si basino sull’esplorazione di noi stessi alla ricerca della vita attuale, e da li aprirci a tutto il resto come naturale conseguenza del Risveglio. Immedesimatevi e sentite questa reale estensione di voi stessi, in tutti i tempi e in tutte le dimensioni dove la coscienza-che-siete si trova simultaneamente, nel passato, ora, nel futuro. Non c’è differenza, non c’è distanza: quello è il vostro “corpo”, quella è la vostra identità reale, di cui ogni vita non è che un senso, un arto, una finestra sui mondi del possibile che siamo venuti a scoprire, per scoprirci. Usate il respiro, usate il corpo tutto per sentire questa espansione, per percepire la nuova consapevolezza.”
tratto da:”Anima e Realtà”, Carlo Dorofatti, NEXUS edizioni, 2011.
Coloro che hanno l’amore hanno tutte le cose
” E ancora qualcosa quell’Evangelium: “Coloro che hanno l’amore hanno tutte le cose e senza amore nulla esiste che valga alcunché. Ciò che viene riconosciuto come verità si conservi nell’amore, perché la dove non c’è amore, la verità è lettera morta, non vale nulla.”…”
tratto da “DIARIO. 1941-1942.”Edizione integrale, Etty Hillesum, Adelphi, 2012