Dello stesso autore

“La coppia”

“Spengono la lampada e il suo globo rispende
un istante prima di sciogliersi
come una pastiglia in un bicchiere di tenebre. Poi si sollevano
Le pareti dell’albergo si gettano nel buio del cielo.

I gesti dell’amore si sono acquietati e loro dormono
ma i pensieri più segreti si incontrano
come quando s’incontrano due colori e l’uno nell’altro fluiscono

sulla carta bagnata di un dipinto infantile.

E’ buio e silenzio. Ma la città stanotte
si è avvicinata in fretta. A finestre spente. Le case sono qui.
Vicinissime stanno serrate in attesa,
una folla di volti inespressivi.

tratto da: “Poesia dal silenzio”, Tomas Transtromer, Crocetti editore, Premio Nobel poesia 2011

 

Marlon Brando

I due lupi

Un anziano Cherokee stava raccontanto al proprio nipote la propria vita.

“C’è una guerra dentro di me:” E’ una lotta molto dura tra due lupi. Uno e cattivo… è invidioso, ingordo, colpevole di molte colpe , con risentimento verso il prossimo, indulgente con se stesso, bugiardo e con un orgoglio finto. L’altro invece è buono.. è la gioia, la compassione, l’umiltà, la benevolenza e la verità…

La stessa lotta che c’è dentro di me adesso c’è anche dentro di te, e c’è dentro a ogni persona….”

Il nipote guarda in su verso il nonno e con gli occhi pieni di paura gli chiede:” Dimmi nonno, quale di questi due vince?”

E il nonno in risposta “Quello che nutri…..”

Un giorno questo dolore ti sarà utile


Trasposizione del romanzo omonimo di Peter Cameron “Un giorno questo dolore ti sarà utile” è il secondo film americano di Roberto Faenza. Il protagonista James Sveck, diciassette di NewYork sembra il ritratto di un ragazzo Indaco o Cristallo di cui ogni tanto parlo su questo blog. Esiste la possibilità di cambiare, di prospettare per la propria vita percorsi diversi, nuovi modi di intendere il mondo. Guardiamo con cuore puro e sappiamo incoraggiare nuove prospettive di esistenza.

Mio vero

Sii dolce con me. Sii gentile.
E’ breve il tempo che resta. Poi
saremo scie luminosissime.
E quanta nostalgia avremo
dell’umano. Come ora ne
abbiamo dell’infinità.
Ma non avremo le mani. Non potremo
fare carezze con le mani.
E  nemmeno guance da sfiorare
leggere.
Una nostalgia d’imperfetto
ci gonfierà i fotoni lucenti.
Sii dolce con me.
Maneggiami con cura.
Abbi la cautela dei cristalli
con me e anche con te.
Quello che siamo
è prezioso più dell’opera blindata nei sotterranei
e affettivo e fragile. La vita ha bisogno
di un corpo per essere e tu sii dolce
con ogni corpo. Tocca leggermente
leggermente poggia il tuo piede
e abbi cura
di ogni meccanismo di volo
di ogni guizzo e volteggio
e maturazione e radice
e scorrere d’acqua e scatto
e becchettio e schiudersi o
svanire di foglie
fino al fenomeno
della fioritura,
fino al pezzo di carne sulla tavola
che è corpo mangiabile
per il mio ardore d’essere qui.
Ringraziamo. Ogni tanto.
Sia placido questo nostro esserci –
questo essere corpi scelti
per l’incastro dei compagni
d’amore.

Mariangela Gualtieri

Mariangela Gualtieri II

Mariangela Gualtieri


Mariangela Gualtieri è nata a Cesena e si è laureata in Architettura all’IUAV di Venezia. Nel 1983 ha fondato, insieme a Cesare Ronconi, il Teatro Valdoca, di cui è drammarturga. Fra i testi pubblicati: Antenata (Milano 1992), Fuoco Centrale (Bologna 1995), Nessuno ma tornano (Cosenza 1995), Sue Dimore (Roma 1996), Nei Leoni e nei Lupi (Bologna 1996), Parsifal (Cesena 2000), Chioma (2001).

L’invocato in assoluto

tratto da:”ISLAM” Gabriele Mandel Khan, Dizionari delle religioni

Un commiato: vietato il lutto

Come gli uomini virtuosi scompaiono discretamente,
e sussurrano alla loro anima di andarsene,
mentre alcuni dei loro tristi amici affermano
che il respiro se ne va adesso, e altri lo negano.

Così lasciamoci dissolvere, senza alcun rumore,
senza fiumi di lagrime, o tempeste di sospiri,
sarebbe una profanazione delle nostre gioie,
se dovessimo rendere pubblico il nostro amore.

Il movimento della terra provoca danni e paure,
gli uomini ne calcolano le conseguenze e gli effetti,
ma la trepidazione delle sfere, benché
molto più forte, è innocua.

L’amore dei poveri amanti sublunari
(i cui sensi sono l’anima) non può ammettere
l’assenza, che allontana quelle cose
che servirono ad alimentarla.

Ma, con un amore tanto sottile
che noi stessi non sappaimo cosa sia,
entrambi rassicurati dalla mente ci preoccupiamo meno,
se gli occhi, le labbra e le mani ci vengono meno.

Le nostre due anime, quindi, che sono una cosa sola,
sebbene io debba andare, non subiscono ancora
una rottura ma solo un’espansione,
come l’oro battuto ad una sottigliezza aerea.

Se esse sono due, lo sono come
le due inflessibili parti di un compasso,
la tua anima, il piede fisso, non dà segno di muoversi,
ma lo fa, se l’altro piede si muove.

E sebbene esso sia posato nel centro,
eppure quando l’altro gira lontano,
si china prontamente verso di lui,
e si erge, quando l’altro torna a casa.

Così tu sarai per me, io che devo correre
obliquamente, come l’altro piede;
la tua fermezza traccerà il mio cerchio perfetto,
e mi farà terminare là dove ho cominciato

JOHN DONNE

“Due figure” Ruggero Rizzini 1953

La poesia…sentire le emozioni

Salmo 54

“Chi mi darà ali come di colomba

per volare e trovare riposo?

Ecco, errando, fuggirei lontano,

abiterei nel deserto.

In fretta raggiungerei un riparo

dalla furia del vento, dalla bufera”.

Disperdili, Signore, confondi le loro lingue.

Ho visto nella città violenza e discordia:

giorno e notte fanno la ronda sulle sue mura.

Affida al Signore il tuo peso

ed egli ti sosterrà,

mai permetterà che il giusto vacilli.

“Paesaggio urbano” Morato 1926

Hugo Cabret


Hugo Cabret (Hugo) è un film del 2011 in 3D diretto da Martin Scorsese tratto dal romanzo La straordinaria invenzione di Hugo Cabret di Brian Selznick del 2007.
Il 15 gennaio 2012, in occasione della premiazione dei Golden Globe, il film ha fatto guadagnare a Martin Scorsese il premio come miglior regista.
È in corsa per i Premi Oscar 2012 con 11 nomination. Hugo Cabret è un orfano, che vive segretamente tra le mura della stazione ferroviaria di Montparnasse a Parigi negli anni trenta. Del padre orologiaio conserva un automa rotto che si ostina a voler riparare. Con l’aiuto dell’eccentrica Isabelle scopre che l’automa conserva segreti che riportano a galla vicende del passato. Sono storie e ricordi che coinvolgono anche il padrino della ragazza, Georges Méliès. Questi si rivela essere uno dei più grandi autori della storia del cinema e che credeva di essere stato dimenticato da tutti.

Non solo bambini indaco in circolazione..

Credo ut intelligam

Anche per capire bisogna credere…

Credo ut intelligam

In latino “credo per capire”. Il principio teologico già espresso da Sant’Agostino e ripreso da Sant’Anselmo d’Aosta per cui, fatto salvo il mistero dell’imperscrutabilità divina, l’uomo può possedere vera comprensione del Creato solo dopo avere salda la fede in Dio. Dunque solo la fede è in grado di guidare l’uomo verso la vera conoscenza.

Tratto dalla rivista :”pocket PPadova” febbraio 2012