I due lupi
Un anziano Cherokee stava raccontanto al proprio nipote la propria vita.
“C’è una guerra dentro di me:” E’ una lotta molto dura tra due lupi. Uno e cattivo… è invidioso, ingordo, colpevole di molte colpe , con risentimento verso il prossimo, indulgente con se stesso, bugiardo e con un orgoglio finto. L’altro invece è buono.. è la gioia, la compassione, l’umiltà, la benevolenza e la verità…
La stessa lotta che c’è dentro di me adesso c’è anche dentro di te, e c’è dentro a ogni persona….”
Il nipote guarda in su verso il nonno e con gli occhi pieni di paura gli chiede:” Dimmi nonno, quale di questi due vince?”
E il nonno in risposta “Quello che nutri…..”
Un giorno questo dolore ti sarà utile
Trasposizione del romanzo omonimo di Peter Cameron “Un giorno questo dolore ti sarà utile” è il secondo film americano di Roberto Faenza. Il protagonista James Sveck, diciassette di NewYork sembra il ritratto di un ragazzo Indaco o Cristallo di cui ogni tanto parlo su questo blog. Esiste la possibilità di cambiare, di prospettare per la propria vita percorsi diversi, nuovi modi di intendere il mondo. Guardiamo con cuore puro e sappiamo incoraggiare nuove prospettive di esistenza.
Mio vero
Sii dolce con me. Sii gentile.
E’ breve il tempo che resta. Poi
saremo scie luminosissime.
E quanta nostalgia avremo
dell’umano. Come ora ne
abbiamo dell’infinità.
Ma non avremo le mani. Non potremo
fare carezze con le mani.
E nemmeno guance da sfiorare
leggere.
Una nostalgia d’imperfetto
ci gonfierà i fotoni lucenti.
Sii dolce con me.
Maneggiami con cura.
Abbi la cautela dei cristalli
con me e anche con te.
Quello che siamo
è prezioso più dell’opera blindata nei sotterranei
e affettivo e fragile. La vita ha bisogno
di un corpo per essere e tu sii dolce
con ogni corpo. Tocca leggermente
leggermente poggia il tuo piede
e abbi cura
di ogni meccanismo di volo
di ogni guizzo e volteggio
e maturazione e radice
e scorrere d’acqua e scatto
e becchettio e schiudersi o
svanire di foglie
fino al fenomeno
della fioritura,
fino al pezzo di carne sulla tavola
che è corpo mangiabile
per il mio ardore d’essere qui.
Ringraziamo. Ogni tanto.
Sia placido questo nostro esserci –
questo essere corpi scelti
per l’incastro dei compagni
d’amore.
Mariangela Gualtieri
Mariangela Gualtieri
Mariangela Gualtieri è nata a Cesena e si è laureata in Architettura all’IUAV di Venezia. Nel 1983 ha fondato, insieme a Cesare Ronconi, il Teatro Valdoca, di cui è drammarturga. Fra i testi pubblicati: Antenata (Milano 1992), Fuoco Centrale (Bologna 1995), Nessuno ma tornano (Cosenza 1995), Sue Dimore (Roma 1996), Nei Leoni e nei Lupi (Bologna 1996), Parsifal (Cesena 2000), Chioma (2001).
L’invocato in assoluto
tratto da:”ISLAM” Gabriele Mandel Khan, Dizionari delle religioni
Un commiato: vietato il lutto
Come gli uomini virtuosi scompaiono discretamente,
e sussurrano alla loro anima di andarsene,
mentre alcuni dei loro tristi amici affermano
che il respiro se ne va adesso, e altri lo negano.
Così lasciamoci dissolvere, senza alcun rumore,
senza fiumi di lagrime, o tempeste di sospiri,
sarebbe una profanazione delle nostre gioie,
se dovessimo rendere pubblico il nostro amore.
Il movimento della terra provoca danni e paure,
gli uomini ne calcolano le conseguenze e gli effetti,
ma la trepidazione delle sfere, benché
molto più forte, è innocua.
L’amore dei poveri amanti sublunari
(i cui sensi sono l’anima) non può ammettere
l’assenza, che allontana quelle cose
che servirono ad alimentarla.
Ma, con un amore tanto sottile
che noi stessi non sappaimo cosa sia,
entrambi rassicurati dalla mente ci preoccupiamo meno,
se gli occhi, le labbra e le mani ci vengono meno.
Le nostre due anime, quindi, che sono una cosa sola,
sebbene io debba andare, non subiscono ancora
una rottura ma solo un’espansione,
come l’oro battuto ad una sottigliezza aerea.
Se esse sono due, lo sono come
le due inflessibili parti di un compasso,
la tua anima, il piede fisso, non dà segno di muoversi,
ma lo fa, se l’altro piede si muove.
E sebbene esso sia posato nel centro,
eppure quando l’altro gira lontano,
si china prontamente verso di lui,
e si erge, quando l’altro torna a casa.
Così tu sarai per me, io che devo correre
obliquamente, come l’altro piede;
la tua fermezza traccerà il mio cerchio perfetto,
e mi farà terminare là dove ho cominciato
JOHN DONNE
Salmo 54
“Chi mi darà ali come di colomba
per volare e trovare riposo?
Ecco, errando, fuggirei lontano,
abiterei nel deserto.
In fretta raggiungerei un riparo
dalla furia del vento, dalla bufera”.
Disperdili, Signore, confondi le loro lingue.
Ho visto nella città violenza e discordia:
giorno e notte fanno la ronda sulle sue mura.
Affida al Signore il tuo peso
ed egli ti sosterrà,
mai permetterà che il giusto vacilli.
Hugo Cabret
Hugo Cabret (Hugo) è un film del 2011 in 3D diretto da Martin Scorsese tratto dal romanzo La straordinaria invenzione di Hugo Cabret di Brian Selznick del 2007.
Il 15 gennaio 2012, in occasione della premiazione dei Golden Globe, il film ha fatto guadagnare a Martin Scorsese il premio come miglior regista.
È in corsa per i Premi Oscar 2012 con 11 nomination. Hugo Cabret è un orfano, che vive segretamente tra le mura della stazione ferroviaria di Montparnasse a Parigi negli anni trenta. Del padre orologiaio conserva un automa rotto che si ostina a voler riparare. Con l’aiuto dell’eccentrica Isabelle scopre che l’automa conserva segreti che riportano a galla vicende del passato. Sono storie e ricordi che coinvolgono anche il padrino della ragazza, Georges Méliès. Questi si rivela essere uno dei più grandi autori della storia del cinema e che credeva di essere stato dimenticato da tutti.
Credo ut intelligam
In latino “credo per capire”. Il principio teologico già espresso da Sant’Agostino e ripreso da Sant’Anselmo d’Aosta per cui, fatto salvo il mistero dell’imperscrutabilità divina, l’uomo può possedere vera comprensione del Creato solo dopo avere salda la fede in Dio. Dunque solo la fede è in grado di guidare l’uomo verso la vera conoscenza.
Secolarizzazione
La secolarizzazione (il cui significato si riconduce al termine latino saeculum, con il significato di mondo), è quel fenomeno per il quale la società – nel suo complesso – non adotta più un comportamento sacrale, si allontana da schemi, usi e costumi tradizionali; questo fenomeno investe tutto il sistema dei valori, modificandoli e, con essi, trasformando anche le identità, le appartenenze, comprese quelle laiche o laicizzate. Il termine saecularizatio era in precedenza usato nel diritto canonico per indicare il normale passaggio di un sacerdote appartenente a un ordine religioso al clero secolare, o una lecita destinazione di beni ecclesiastici a scopi mondani[1].
La secolarizzazione è un processo tipico dei paesi occidentali in età contemporanea, che induce ad agire e a pensare (nei confronti della natura, del destino, del ruolo dei cittadini nella società) in modo sperimentale e utilitaristico, mai sacrale e trascendente.
Questo fenomeno, che può essere considerato come un aspetto della modernizzazione, è stato incentivato dall’istruzione obbligatoria, come anche dall’espansione dell’istruzione in generale e dei mezzi di comunicazione di massa; inoltre è sollecitato anche da altri fenomeni di mobilitazione sociale quali l’urbanizzazione, l’industrializzazione e la mobilità di classe.[senza fonte]
La secolarizzazione può essere identificata, in alcuni paesi e ambiti culturali, con il concetto di scristianizzazione in correlazione con la perdita di incidenza del “sacro” sulla società. Una parte della teologia l’ha interpretata, come realizzazione nel concreto del Cristianesimo, grazie alla distruzione che essa realizza del “Tempio” e dei suoi simboli di separazione e di gerarchizzazione.
La secolarizzazione è stata anche considerata il tramonto delle ideologie; essa mette in crisi anche altri soggetti, come lo stato, o i grandi partiti e movimenti di massa, in quanto contesta ad essi la pretesa di porsi come centro sacrale nella storia del mondo.
tratto da Wikipedia