La contemplazione della natura
“Il culto divino degli antichi Parsi era fondato sulla contemplazione della natura. Adorando il Creatore essi si rivolgevano al sole nascente, come al fenomeno piu’ sorprendente e stupendo. La credevano di scorgere il trono di Dio, che gli angeli coronavano di luci scintillanti. Chiunque, anche il piu’ umile, poteva riprodurre ogni giorno la gloria di un culto che esaltava il cuore. Dalla capanna usciva il povero, il guerriero dalla tenda e la piu’ religiosa delle funzioni era compiuta. Al bimbo neonato si impartiva un battesimo di fuoco in quei raggi, e per tutto il giorno, dal principio alla fine della vita, in tutte le sue azioni il Parsi si sentiva accompagnato dal primo degli astri. Luna e stelle illuminavano la notte, altrettanto irragiungibili, ricchezze dell’infinito. Il fuoco invece si pone al loro fianco: illuminando, riscaldando, secondo le sue possibilita’. Recitare le preghiere alla presenza di questo rappresentante di Dio, inchinarsi davanti a cio’ che si avverte come infinito diventa un gradevole dovere di devozione. Nulla e’ piu’ puro di un sereno sorgere del sole, e con altrettanta purezza bisognava anche accendere e conservare i fuochi, se dovevano essere e rimanere santi e simili al sole. ”
Tratto da:”Il divano occidentale orientale”, J.W. Goethe, BUR, pg.554,55
Abbiamo esaltato l’Uomo
“Abbiamo esaltato l’Uomo molto sopra l’uomo che e’ in ciascuno di noi. Tendiamo a un’umanita’ perfetta, a una coscienza umana equa e perfetta, impersonale. E l’otteniamo assoggettando, riducendo, analizzando , distruggendo l’Io. Cosi’ continuiamo a occuparci intensamente di scienza e di meccanica e di riforma sociale. Ma in questo processo ci siamo esauriti…E questa grande societa’ meccanica, essendo impersonale, e’ spietata, agisce meccanicamente e ci distrugge, e’ la nostra padrona e il nostro Dio.”
Tratto da :”Sul Lago di Garda”, David Herbert Lawrence, in “Libri di viaggio e pagine di paese” acura di Pietro Nardi, ed.Mondadori, Milano
Laurence arriva e soggiorna a Gargnano sul Lago di Garda dal settembre del 1912.. La natura forte e incontaminata del paesaggio, il contatto con le personalita’ semplici e schiette dei suoi abitanti muovono in lui queste profonde riflessioni. In questi miei giorni di vacanza, su queste stesse sponde del Benaco leggo le sue parole come una profezia. L’ animo inglese, ardentemente innamorato della vita e di Dio che in essa vi abita, mi incanta per la forza e la profondita’ di analisi. Spero di pubblicare qualche sua poesia nei prossimi giorni, purtroppo poche tradotte in italiano.
Per cio’ che non dissi
Per cio’ che non dissi
Per cio’ che non so compitare
Per il verso infinito dei fanciulli
Per quel poeta che comincio’ il mio canto
E che parla di morte nell’amore
Continuero’ a dire che la vita e’ una festa
E che la festa brucia gli impostori.
Tratto da:”Superba e’ la notte”, Einaudi, 2003
L’arte di vivere
“Con ‘arte di vivere ‘ non si deve intendere una vita semplice e spensierata, ma una condotta consapevole e accorta. Se viene scelta e’ faticosa, ma e’ anche fonte di una pienezza senza pari. A lungo nella storia occidentale l’arte di vivere ha trovato dimora nella filosofia, che ha coniato questo concetto gia’ in eta’ antica: techne tou biou… in greco, ars vivendi in latino. Solo la filosofia istituzionale del XIX e XX secolo si e’ permessa di rinunciarci, a tutto vantaggio di una modernita’ che con l’aiuto della scienza, della tecnica e della libera economia, ha promesso una soluzione a tutti i problemi della vita, riponendo le sue speranze in “sistemi” che hanno reso superflua la condotta individuale: a che serve allora l’arte di vivere?…..Le esperienze compiute nella modernita’ hanno dimostrato che quest’epoca ha senz’altro risolto alcuni problemi creandone pero’ di nuovi, e che nessun sistema puo’ dare risposte ai quesiti vitali dell’essere umano o sgravarlo dalla fatica necessaria a portare avanti la sua esistenza. La filosofia non puo’ certo stabilire come si debba vivere, sebbene possa aiutarci nello sforzo una condotta consapevole, spiegando e rischiarando un momento particolare della vita, una paura, un’inquietudine o un’illusione. Da sempre, o almeno dai tempi di Socrate, la domanda “cos’e’?” –ti estin, ti pot’estin, in greco – ha un valore filosofico: che cos’ e’ questo? cos’e’ in verita’?, cos’e’ la vita, cos’e’ quest’epoca, cos’e’ la vita in quest’epoca, cosa potrebbe essere ancora, cos’e’ bello, saggio, giusto, importante?, cos’e’ la felicita’, cos’e’ il senso della vita? La domanda sul senso compenetra tutte le altre…..”
Tratto da: “L’amicizia per se stessi”,Wilhelm Schmid, ed.Campo dei Fiori, luglio 2012
Suleika
Ovunque il mondo e’ amabile allo sguardo, ma meglio di tutti e’ il mondo dei poeti. Luci risplendono di giorno, di notte, su campi colorati, o chiari o grigioargento.oggi per me tutto splende.Se solo durasse! oggi guardo attraverso lenti d’amore.
Tratto da :”Il divano occidentale orientale”,Johann Wolfgang Goethe,ed.BUR
Nulla vi è di nascosto che non sarà svelato
Dal libro del profeta Isaia
Nell’anno in cui morì il re Ozìa, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Sopra di lui stavano dei serafini; ognuno aveva sei ali: con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. Proclamavano l’uno all’altro, dicendo:
«Santo, santo, santo il Signore degli eserciti!
Tutta la terra è piena della sua gloria».
Vibravano gli stipiti delle porte al risuonare di quella voce, mentre il tempio si riempiva di fumo. E dissi: «Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti».
Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare. Egli mi toccò la bocca e disse: «Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato».
Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!».
tratto da: Isaia 6,1-8
Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».
tratto da: Matteo, 10,24-33
Hai delle isole negli occhi Tiziano Ferro
Odio tante cose da quando ti conosco
e non ne conosco neanche il perchè
ma lo intuisco
odio… il mio nome solo senza il tuo
ogni fottuto addio
io odio quando ti odi e mi allontani perchè
hai delle isole negli occhi
e il dolore più profondo
riposa almeno un’ora solo se ti incontro
e ti a-m-o e con le mani dico quello che non so
e tu mi a-m-i
trama sintetica di una giornata storica
e tutto è perfetto
tutto somiglia a te
e un anno va bellissimo
bellissimo così com’è
Sei più forte di ogni bugia
e se la gente ferisce
è perchè tu sei migliore e lo capisce (bene)
la tua timidezza non condanna, no no
ma ti eleva da chi odia, chi ferisce e inganna
perchè tu hai delle isole negli occhi
e il dolore più profondo
riposa almeno un’ora solo se ti incontro
e ti a-m-o e con le mani dico quello che non so
e tu mi a-m-i
trama sintetica di una giornata storica
e tutto è perfetto
tutto somiglia a te
e un anno va bellissimo
bellissimo così com’è
Io non mento non importa cosa dicono
nel silenzio guardo le anime che passano
e di queste anime tu sei la più speciale
perchè sorridi anche inseguita dal dolore
e ti a-m-o
anche se soffri e poi pretendi non si veda
quando vorresti che il sorriso tuo invertisse
la controregola che regola le masse
e tu mi a-m-i
dici che esistono solo persone buone
quelle cattive sono solamente sole…
…e forse è così
hai delle isole negli occhi
e il dolore più profondo
riposa almeno un’ora solo se ti incontro
e ti a-m-o e con le mani dico quello che non so
e tu mi a-m-i
trama sintetica di una giornata storica
hai delle isole negli occhi
e il dolore più profondo
riposa almeno un’ora solo se ti incontro
e ti a-m-o e con le mani dico quello che non so
e tu mi a-m-i
trama sintetica di una giornata storica
hai delle isole negli occhi
e il dolore più profondo
riposa almeno un’ora solo se ti incontro…
S’i fosse fuoco
S’i fosse fuoco, arderei ‘l mondo;
s’i fosse vento, lo tempestarei;
s’i fosse acqua, i’ l’annegherei;
s’i fosse Dio, mandereil’ en profondo;
s’i fosse papa, allor serei giocondo,
ché tutti cristiani imbrigarei;
s’i fosse ‘mperator, ben lo farei;
a tutti tagliarei lo capo a tondo.
S’i fosse morte, andarei a mi’ padre;
s’i fosse vita, non starei con lui;
similemente faria da mi’ madre.
Si fosse Cecco com’i’ sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le zoppe e vecchie lasserei altrui.
Cecco Angiolieri, Rime, 1292 – 1304
Favonio
Favonius, vento ricadente caldo e secco che si presenta quando una corrente d’aria, nel superare una catena montuosa, perde parte della propria umidità in precipitazioni (pioggia, neve o altro). Quando la corrente sale verso l’alto, infatti, l’aria si espande, si raffredda, dopodiché possono verificarsi due possibilità: se l’umidità in essa contenuta non viene persa (rimanendo sotto forma di semplice nuvola), l’aria, nel ricadere sul versante opposto si comprime e si riscalda tornando alle condizioni di partenza; ma se la condensazione del vapore acqueo sfocia in precipitazioni, non si ritorna alle condizioni dalle quali si è partiti e l’aria arriva a valle con una temperatura più alta di quella di partenza. A causa del calore latente emesso dalla condensazione dell’acqua, infatti, l’aria si raffredda piuttosto lentamente lungo la salita (secondo il gradiente adiabatico saturo, cioè di -5 °C ogni 1000 m in ascesa). L’aria poi supera la cresta, scende verso il basso sul versante opposto sottovento e si scalda per effetto della compressione.
Il sogno di maria di fabrizio de andre’
Grazie a Samuele, figlio del deserto che mi ha consigliato questa bellissima canzone di De Andrè.
E’ tua…
fotografato sui muri dell’Hotel QUI SI SANA Abano Terme Padova
Illusioni..
” Se tu fuggissi, la Terra diverrebbe ingrata; gli animali, nemici fra loro; il sole, foco malefico; e il Mondo, pianto, terrore e distruzione universale. (…) “Illusioni!” grida il filosofo. “Or non è tutto illusione? tutto! Beati gli antichi che si credeano degni de’ baci delle immortali dive del cielo; che sacrificavano alla Bellezza e alle Grazie; che diffondevano lo splendore della divinità sulle imperfezioni dell’uomo, e che trovavano il bello e il vero accarezzando gli idoli della loro fantasia! Illusioni! Ma intanto senza di esse io non sentirei la vita che nel dolore, o (che mi spaventa ancora di più) nella rigida e nojosa indolenza: e se questo cuore non vorrà più sentire, io me lo strapperò dal petto con le mie mani, e lo caccerò come un servo infedele.”
Ugo Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis, lettera del 15 maggio 1798
La Sainte Anne L’ultime chef-d’oeuvre de Léonard de Vinci
Al Louvre di Parigi, luogo simbolo delle opere di Leonardo, ultimo giorno domani 25 giugno 2012 per vedere la mostra “La Sant’Anna, l’ultimo capolavoro di Leonardo”. L’esposizione ruota intorno alla Sant’Anna, la Vergine e il Bambino con l’agnellino, considerata l’ultima grande opera del grandissimo pittore, datata tra il 1510 ed il 1513. Il Museo del Louvre ha curato il restauro del dipinto, tornato all’antico splendore che ne esalta i tratti, i particolari, le tonalità cromatiche.