E’ la Terra che “permette al Sole” di scaldarla…generando il clima.
“Se il Sole scaldasse la Terra, anche gli altri Pianeti, anche lo Spazio, anche…tutto il resto avrebbe temperature elevate o se non altro simili alle nostre. Invece, salendo qualche chilometro rispetto alla superficie terrestre, si gela, si scende sotto zero e la Vita diviene impossibile. E’ la Terra che “permette” al Sole di scaldarla e di generare Vita nel suo interno. Il Sole emette calore, energia…nella sua natura è insita una qualità che lo rende unico: “l’orientamento”. Riesce a raggiungere qualsivoglia luogo, ovunque. Fino al punto in cui la fisica glielo permette…ma orienta e si orienta. La Luce del Sole orienta…dà una direzione. La Terra, la Madre Terra, accoglie questa energia. Non la può giudicare, non può cambiare la direzione dei raggi. Non modificarne la potenza. Può solo creare il “clima”, l’atmosfera adatta e più adatta, affinché i raggi solari, il loro calore, la loro energia possano trasformarsi in Vita. E’ la Terra che “permette al Sole” di scaldarla…generando il clima. Nelle nostre Vite, che lo si voglia o meno, il gioco amoroso tra Sole e Terra si ripropone ogni giorno. In ciascuno di noi sono presenti l’uno e l’altro sotto forma di orientamenti sessuali, di relazione…emotivi, ideativi. Possiamo scegliere chi nutrire. Come lupi che si nutrono da una stessa mangiatoia, possiamo alimentare l’orientamento o il clima… Essere “orientanti” o “climatici”. Servono l’una e l’altra, ma ognuno, che si voglia o meno, ha un suo ruolo bio-logico. L’uomo, per struttura e forma, per ideazione ed emozione, per ruolo sociale e sessuale è la forza orientante…indica al clan dove andare…la donna, dolce e morbida, seducente e disponibile, accoglie e sceglie la modalità per realizzare l’orientamento. L’uno senza l’altro sono energie sterili. Il maschio, il Sole ha il compito di Ad-Orare…di condurre alla bocca e attraverso la bocca la sua Donna, il suo femminile. La venerazione intesa come quella del Sole che ogni giorno bacia con i suoi raggi la superficie terrestre, e quando la Terra gli volta le spalle, comunque rimane lì pronto a scaldarla. L’energia del Sole c’è…non serve la presenza fisica. La Terra sa che c’è. Anche quando, durante la notte, la Vita gli nega la sua presenza e il buio avvolge tutto…la Donna sente l’Uomo. La presenza fisica scalda la Terra, scalda la Donna, ma il calore che trattiene le basta la notte per “sapere che c’è”. “Oro” è una radice latina che riconduce alla bocca…ma anche all’oro, materiale di grande valore…il Sole ad-ora la Terra, come l’Uomo la Donna. E’ una modalità, o forse, la “modalità” con cui dare il massimo valore alla donna: portarla alla propria “bocca”. In bocca mettiamo ciò che ci nutre, ciò che ci dà la Vita, solo le cose che ci piacciono e per noi preziose. Con la bocca, le labbra, baciamo, parliamo. E’ l’ingresso, la cavità più preziosa per la sopravvivenza… La Terra, con il suo clima, accoglie un’energia che diversamente sarebbe caotica e dispersa, oltre che sprecata e le permette di generare Vita…”sos-tenendola”. E’ tenendo sotto e sostenendo la forza e l’orientamento del maschio che si crea la Vita. L’assenza di giudizio e la gioia di accogliere il sé l’energia maschile. Stiamo perdendo tutto questo…stiamo perdendo ogni forma di identità sessuale. Maschi e femmine incapaci di fare l’Uomo e la Donna. E sembra quasi giusto così. Accuse di moralismo o etica…emanate da menti ignoranti totalmente le minime regole bio-logiche. La Vita si regge nell’abbraccio tra femminile e maschile, tra Uomo e Donna, tra Sole e Terra. Ma ognuno deve avere il suo ruolo. Lasciare che sia la mente a dire quale sia l’uno o l’altro per convenienza sociale è stupido oltre che determinare, a breve, l’estinzione di una specie che in questo Pianeta si sta dimostrando aliena. Pensare che uno possa sostituire l’altro…frustrante. Credere che vi sia una “par condicio” sciocco: siamo diversi e siamo progettati per fare cose diverse, in modo diverso, in momenti diversi. Mancano Uomini, mancano maschi in grado di fare orientamento. Felici e capaci di orientarsi ed orientare, di prendere decisioni. Mancano maschi che facciano l’uomo…mancano uomini che vogliano ad-orare le loro donne. Che si realizzano nel dare una direzione, nel gestire la coppia, il clan, la Vita. Mancano Donne, mancano femmine capaci di “fare e gestire il clima”. Entusiaste e realizzate nel dare Vita e nell’amare quel nido di cui sono “matrone”. Mancano donne calde, seduttive, accoglienti, amorevoli a cui “basta” il loro uomo. Mancano donne felici solo di essere le donne dei loro uomini. Cosa lega queste due parole ? Un verbo: “man-tenere”. Tenere per mano, tenere in mano e sul palmo della mano. Un uomo dovrebbe man-tenere la propria donna, tenerla per mano, in mano e sul palmo della mano. E lei permetterglielo, felice che ciò accada. Ad oggi invece, sempre più si vedono coppie di fatto, che fanno coppia e non sono coppia. Con ideazioni di Vita diverse se non opposte. In cui l’Uomo della coppia è lei, lui fa il sottomesso per quieto vivere. O fanno vite parallele incrociandosi per casa di tanto in tanto. Coppie in cui il desiderio per l’altro è a spot, quando ne ho voglia…non è quel raggio che bagna e accarezza la Terra ogni giorno, ad ogni ora. Quel desiderio che scalda, ogni minuto. Senza sosta e stanchezza. Senza peso…Coppie che “devono trovare il tempo per il desiderio l’uno dell’altro”. Sempre più uomini e donne (se di questo possiamo parlare) si uniscono, sposano e fanno figli non tanto perché lo sentono e vogliono, ma per meritare l’amore dei genitori e del clan. Come il Sole dovesse “meritare” la Terra o viceversa. Per questo ci estingueremo come specie: perché manca la Luce che ci rende autentici e neppure di fronte a tanta evidenza riusciamo a togliere il muro dell’orgoglio…orgoglio che ci rende coglioni a giorni alterni…ipocriti negli altri. Per cambiare una cosa è necessario vederla, poterla vedere e saperla vedere.”
Tratto da l’augurio di Natale 2020 del dottore Matteo Penzo della Scuola del Sintomo Daleth
Il calore della vigilia di Natale
Nella foto la vetrina natalizia dell’atelier di Sabine Frank pittrice berlinese, a Villa di Gargnano Brescia.
55.
Chi vive in armonia con il Tao
è come un bambino appena nato.
Gli insetti dal veleno mortale non lo pungeranno.
Le bestie feroci non lo assaliranno.
Gli uccelli predatori non lo attaccheranno.
Le sue ossa sono deboli, i suoi muscoli sono flosci,
eppure la sua presa è salda.
Non ha ancora avuto esperienza dell’unione con la donna,
ma è un uomo completo.
La sua virilità è forte.
Può urlare tutto il giorno senza divenire rauco.
Questo significa perfetta armonia.
Conoscere l’armonia vuol dire conoscere l’eterno;
conoscere l’eterno significa saggezza.
Ciò che è in armonia con il Tao dura a lungo:
le cose forzate per un pò crescono, ma poi avvizziscono.
Questo non è il Tao.
Qualsiasi cosa si opponga al Tao, presto cessa di esistere.
Tratto da:”La saggezza del Tao”, Wayne W. Dyer, ed. Corbaccio
Le microlinee
“I meridiani, vero le 72.000 Nadi, e le catene lineari sono state accuratamente indagate dalla tradizione orientale e an cosa oggi interessano gran parte delle medicine tradizionali quali l’agopuntura , lo shiatzu e la cromopuntura. Sono flussi di scorrimento energetico e bio-magnetico operando sui quali è possibile ristabilire determinati equilibri che aiutano a riportare la persona a uno stato di armonia e salute. La malattia è interpretabile, fondamentalmente, come un problema di comunicazione all’interno del nostro corpo. … Le Nadi sono quelle vie sottili, interiori, ritenute essere i conduttori del Prana, l’energia vitale. Tra le Nadi, tre sono le più importanti, Ida, Pingala e Sushumna. La loro disposizione è una disposizione a caduceo, in quanto Sushumna è il canale mediano, mentre Ida e Pingala, scorrono rispettivamente a sinistra e a destra della Sushumna, incrociandosi a determinate altezze di questa. Ida, è connessa con la polarità femminile mentre Pingala è connessa con la polarità maschile. Le tradizioni orientali dicono che quando il meditante, ritirando l’attenzione da quanto lo circonda, si ripiega su sé stesso, adoperandosi con pratiche sua fisiche che psichiche a recuperare il mistero che sta dentro di lui, la Kundalini, potenza cosmica addormentata in coloro che hanno dimenticato la loro vera essenza, si risveglia. … La Kundalini trasforma il corpo umano in corpo divino. Quali tangibili manifestazioni di tale processo, appaiono le cosiddette Siddhi, le “perfezioni”, ovvero quei poteri soprannaturali propri dell’essere umano realizzato, che ha pieno controllo delle sue pulsioni inferiori. Le microlinee, la cui disposizione nel corpo è molto diversa da quella dei meridiani, costituiscono una rete più sottile ed essenziale di scorrimento delle nostre energie vitali e spirituali e, per così dire, interfacciano la nostra coscienza superiore, alla realtà degli eventi, ovvero alla nostra attuale dimensione. Le microlinee permettono ai nostri corpi sottili di muoversi in base alle differenti necessità. Si formano dal quarto mese di gestazione e attraverso di loro le facoltà interiori possono formarsi e svilupparsi. Le microlinee scorrono sul corpo e nel corpo, sia sulla superficie sia raggiungendo varie profondità, e si intensificano nelle mani, nelle orecchie e in corrispondenza degli occhi. Le energie vitali scorrono prima nelle microlinee e poi vengono elaborate dai chakra. Talvolta le microlinee assumono delle posizioni per cui risultano in parte esterne per cui risultano in parte esterne rispetto alla postura fisica, tanto da proiettarsi perfino fuori dall’aura. Le microlinee non si dispongono su binari immobili, ma modificano la loro posizione seguendo una sorta di (bio)ritmo, di circa settanta giorni. Si tenga inoltre presente che le scelte individuali, soprattutto di natura spirituale, possono m modificare il disegno sottile delle persone e viceversa. … Possiamo dire che dai “nodi” delle nostre microlinee, emettiamo queste linee di forza, le quali si connettono con la geometria degli eventi: creano una sorta di ragnatela energetica, attirando o respingendo, energie, forze e pensieri più o meno in sintonia con la nostra natura e la nostra volontà.”
tratto da:”Anima e Realtà”, Carlo Dorofatti, NEXUS edizioni, 2011.
29. KKANN — L’ABISSALE
II segno consiste nella ripetizione del segno Kkann. E uno degli otto segni doppi. Il segno Kkann significa un precipitare dentro. Una linea yang è precipitata fra due linee yin ed è racchiusa da esse come l’acqua in una gola montana. E il figlio medio. Il ricettivo ha ottenuto la linea media del creativo, e Così nasce Kkann. Preso come immagine esso è l’acqua ed in particolare l’acqua che viene dall’alto e che sulla terra è in movimento in fiumi e rivi e provoca ogni vita in terra. Trasferito nel mondo umano questo segno rappresenta il cuore, l’anima che è racchiusa nel corpo, il luminoso che è contenuto nell’oscuro, la ragione. Il nome del segno ha, perché ripetuto, l’aggiunta: ripetizione del pericolo. Con chi indica una situazione oggettiva alla quale bisogna abituarsi, non uno stato d’animo soggettivo; poiché pericolo come stato d’animo soggettivo significa o temerarietà o insidia. Pertanto il pericolo è designato anche come gola montana, come uno stato nel quale ci si trova, come si trova l’acqua in una gola, e dal quale si esce come l’acqua se ci si comporta convenientemente.
Col ripetersi del pericolo ci si assuefà. L’acqua dà l’esempio per il giusto comportamento in situazioni simili. Essa continua a scorrere costantemente e riempie tutti i punti che tocca, non rifugge da nessun punto pericoloso, da nessuna caduta, e non perde per nessun motivo la sua indole essenziale. Rimane fedele a se stessa in qualunque condizione. Così la veracità in condizioni difficili fa sì che interiormente, nel cuore, si penetri la situazione fino in fondo. E quando si è diventati interiormente padroni di una situazione si avrà come esito naturale che le azioni esteriori saranno accompagnate da successo. Nel pericolo occorre procederei maniera radicale in modo che tutto ciò che va fatto sia anche effettivamente eseguito; e si tratta di andare avanti , per non soccombere indugiando nel pericolo.
Se adoperato in modo attivo il pericolo può avere un’importanza. grandissima come misura di protezione. Così il cielo ha la sua pericolosa altezza che lo protegge contro ogni tentativo d’intrusione. Così la terra ha i suoi monti e le sue acque che con le loro insidie separano i paesi.
Così anche i sovrani applicano il pericolo come misura protettiva per garantirsi verso l’esterno contro attacchi dall’esterno e contro disordini all’interno.t
tratto da “I Ching Il Libro dei Mutamenti”, a cura di Richard Wilheilm, ed.ADELPHI
Il bambino con le foglie in testa
Christian Verginer @christianverginer visto in :“Legacy” Dal 22 Ottobre 2020 al 21 Novembre 2020 a PADOVA
LUOGO: Vecchiato Arte @vecchiatoarte
INDIRIZZO: via Dondi Dall’Orologio 31
ORARI: martedì-venerdì 15.30-19.30; sabato 10.30-13.00 15.30-19.30;
altri giorni e orari su appuntamento
SITO UFFICIALE: http://www.vecchiatoarte.com
Fanes il nuovo bambino
Teogonia orfica
Cronos crea dal caos e dall’uovo argenteo, Fanes, il dio luminoso.
Fanes è il Dio di Jung, tratto dal Liber Novus
“ Fanes è il Dio che esce luminoso dalle acque
Fanes è il sorriso dell’alba
Fanes è il giorno radioso
E’ l’oggi che mai tramonta
E’ fragore dei fiumi
E’ il sussurrare del vento
E’ fame e sazietà
E’ amore e piacere
E’ mestizia e consolazione
E’ promessa e compimento
E’ la luce che illumina ogni oscurità
E’ il giorno perenne
E’ l’argentea luce della luna
E’ lo sfavillare delle stelle
E’ la stella cadente che brilla, passa e svanisce.
E’ la pioggia di stelle cadenti che torna ogni anno
E’ il sole e la luna che ritornano
E’ il bene e l’abbondanza dell’anno
Egli riempie le ore di vitale entusiasmo
E’ l’abbraccio e il sussurro dell’amore
E’ il calore dell’amicizia
E’ la speranza che ravviva il vuoto
E’ la gioia a ogni nascita
E’ la luce che emana dai fiori
E’ l’ala vellutata della farfalla
E’ il profumo dei giardini in fiore che colma le notti
E’ il canto della gioia
E’ l’albero della luce
E’ il compimento, qualsiasi miglioramento
E’ tutto ciò che è melodioso
E’ quel che ha giuste proporzioni
E’ il numero sacro
E’ la promessa di vita
E’ il contratto e la sacra promessa
E’ la varietà dei suoni e dei colori
E’ la santificazione del mattino, del mezzodì e della sera
E’ ciò che è gentile e mite
E’ la redenzione
In verità Fanes è il giorno felice
In verità Fanes è il lavoro, il suo compimento e la sua ricompensa
E’ l’impresa faticosa e la quiete della sera
E’ il passo nella via di mezzo,il suo inizio, la sua metà e la sua fine
E’ la preveggenza
E’ la fine della paura
E’ il seme che germoglia, il bocciolo che si apre
E’ la porta dell’accoglienza, l’accettazione e la rinuncia
E’ la sorgente e il deserto
E’ il porto sicuro e la notte tempestosa
E’ la certezza nella disperazione
E’ ciò che resta saldo nello sconvolgimento
E’ la liberazione dalla prigionia
E’ consiglio e forza nell’andare avanti
E’ la grandezza dell’uomo, il suo valore e la sua forza.”
Tratto da Libro Rosso , Liber novus, pg. 301 C.G.Jung ed.Bollati Boringhieri
Come uccellini posati sul filo della luce
Non scrivo mai direttamente nel mio blog, sono dieci anni che pubblico quasi ogni giorno uno scritto che ho letto, un’immagine che mi ha colpito, una musica che mi ha suggestionato … o un film particolarmente interessante. Ma stasera voglio scrivere, sapevo che l’avrei fatto quando ne sarebbe valsa la pena. Voglio tradurre in parole qualcosa che tutti noi vediamo sotto i nostri occhi in questi giorni. Sono da poco tornata dal mio studio, sono scattate le diciotto e il ponte vicino a casa mia è pieno di ragazzi con la mascherina. Sono li, come uccellini posati sul filo della luce. Non bevono, non fumano, stanno solo parlando e scherzando nel buio della notte che sta vendo giù. Un uomo, della mia età, (ho sessanta anni), forse più giovane, mi corre incontro allarmato. Sta tentando di fare una foto a questi giovani. Mi chiede come si chiami questo ponte. Sta tentando di fare una telefonata, ma ma polizia non risponde. E’ indignato, spaventato, chissà cosa farebbe se potesse. Dice che devono andare tutti casa, a casa loro… magari a vedersi su Skype … ma devono andare a casa. Cinque minuti prima potevamo stare tutti seduti al tavolo di un bar, sono scattate le diciotto e tutti dobbiamo essere di nuovo su Skype.
L’expérience du sublime
Foto di Paolo Laudicina
Radicali cambiamenti di paradigma
“Thomas Kuhn, accanito oppositore di Karl Popper, nella sua opera più famosa, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, sostiene che il progresso scientifico sia un’alternanza tra la scienza che procede in condizioni normali e i balzi dovuti a improvvise “rivoluzioni scientifiche”, le quali sono responsabili di radicali cambiamenti di paradigma (=il modo di pensare la realtà in una data epoca). Secondo lui non è possibile far cambiare idea ai sostenitori dei vecchi paradigmi offrendo loro argomentazioni o dimostrazioni più convincenti. La verità è che è necessario aspettare che i “grandi capi” dell’establishment religioso, filosofico, o scientifico (a seconda dell’epoca storica) muoiano o si ritirino per dedicarsi all’allevamento di cavalli e vengano sostituiti da una generazione di studiosi più giovani e aperti. ”
tratto da: “La via della ricchezza” Salvatore Brizzi, Anima edizioni, 2017, pg. 63
Speciazione culturale
” Per i “figli” di quegli individui la Terra così com’era allora diventava insufficiente, troppo “bassa” – e qui, per la prima volta nella cultura mediterranea, si annuncia il concetto di evoluzione, addirittura di speciazione culturale: era divenuto possibile sempre più necessario un nuovo stadio evolutivo dell’umanità, che si lasciasse per sempre indietro, più giù, ciò che diventava vecchio. Il Diluvio fu quel lasciarsi indietro il mondo vecchio, ‘Elohiym, il Dio del Divenire, insegnò a Noè (e in ogni nuovo stadio evolutivo, insegna a tutti i Noè) come giungere oltre, mentre YHWH, il Dio di ciò che c’è, delle cose così come stanno, faceva risultare il mondo vecchio sempre più superato. Sono due volti del medesimo cambiamento. Dunque il Diluvio non fu una strage. L’acqua che sale è simbolica: è la distanza tra chi si evolve e chi no. E sott’acqua si è sordi: chi sta evolvendosi, da sopra le onde, non può farsi udire da chi, là sotto, ha perso l’occasione di salire. Nemmeno ciò che in me stesso è incapace di evoluzione può tenersi ancora legato a ciò che in me cambia. Quanto alle istruzioni che ‘Elohiym diede a Noè, sono un enigma la cui soluzione era evidente all’epoca in cui la Genesi veniva scritta, e che divenne invisibile poi. Il termine usato per “arca” tebah, significa, in ebraico, sia “contenitore” sia “parola” in ebraico è
ciò che manifesta
un contenuto
invisibile
Un contenitore che si apre e rivela ciò che altrimenti non si vedrebbe: così è un linguaggio nuovo -un nuovo contenitore di ciò che qualcuno sa del mondo. ‘Elohiym spiega a Noè che per passare da una vecchia fase evolutiva a una nuova occorre formarsi un linguaggio individuale, diverso dai linguaggi usati dagli altri: cioè trovare un nuovo senso, una nuova interpretazione personale di tutto ciò che esiste. E spiega ‘Elohiym – questo linguaggio dovrà essere
Come le diramazioni della vite. Genesi 6, 14
… La vite è una pianta rampicante, che aderisce ai suoi sostegni: sia così anche il nuovo linguaggio individuale dei Noè, aderisca a tutto ciò che nomina, più e meglio dei linguaggi già esistenti. E nomini tutto: ciò che vive e si riproduce deve trovare posto nell’arca-linguaggio- …. Valgono, tutte queste istruzioni di ‘Elohiym, anche per i viaggiatori in partenza per l’Aldilà. Dovranno trovare un nuovo linguaggio per descrivere sia tutto ciò che già conoscevano (e quasi tutto ciò che già conoscevano cambierà valore per loro) sia ciò a cui la loro immaginazione li condurrà; e dovranno accorgersi di quanto siano poveri e vaghi, in confronto, il linguaggi che già conoscono. Poi, se ancora vorranno parlare a chi in quell’evoluzione è rimasto indietro, dovranno tradurre dal proprio linguaggio nuovo ai linguaggi vecchi. Il che non è né nuovo, ne strano. Accade a chiunque si accorga che per esprimere ciò che pensa, sente, intuisce, immagina, deve ricorrere a forme d’arte, di poesia – sperando che nei suoi interlocutori si attivi un talento artistico, poetico, che permetta loro di intendere, o magari un talento telepatico (come altro chiamarlo?) che permetta loro di cogliere ciò che la loro mente cosciente non capisce. Solo a queste condizioni, secondo il racconto di Noè, i viaggiatori saranno pronti a superare le acque.”
tratto da: “Le porte dell’immaginazione. Istruzioni per chi viaggia in altri mondi” di Igor Sibaldi, edizioni Tlon, 2018
I bambini Indaco e i bambini Cristallo
” I Bambini Indaco hanno cominciato ad incarnarsi sulla Terra negli ultimi 100 anni. I primi Indaco erano pionieri e “apripista”. Dopo la Seconda Guerra Mondiale ne sono nati un numero considerevole e questi sono gli adulti Indaco di oggi. Tuttavia, è a partire dagli anni ’70 che si ha un’ondata più massiccia di nascite Indaco, e quindi abbiamo un’intera generazione di Indaco che oggi hanno un’età che va dai 30 ai 35 anni circa e che stanno per prendere il loro posto di leader nel mondo. Gli Indaco hanno continuato a nascere fino al 2000 circa, con accresciute capacità e livelli di perfezionamento tecnologico e creativo. I Bambini Cristallo hanno iniziato ad apparire sul pianeta dal 2000 circa, sebbene alcuni datino la loro apparizione ad un periodo lievemente anteriore. Questi sono bambini estremamente potenti, il cui proposito principale è quello di condurci al livello successivo della nostra evoluzione e di rivelarci il nostro potere e divinità interiori. Funzionano come una coscienza di gruppo piuttosto che come individui, e vivono secondo la “Legge dell’Uno” o Coscienza d’Unità. Essi sono una potente forza d’amore e di pace sul pianeta.”
tratto da http://www.lightworker.it/indigo_crystal_evolution.html Celia Fenn
Gli occhi dei bambini Cristallo
“La prima cosa che la maggior parte della gente nota nei Bambini Cristallo sono i loro occhi, grandi, penetranti e saggi al di là della loro età. I loro occhi vi incantano e vi ipnotizzano, mentre vi rendete conto che la vostra anima viene messa a nudo, affinché il bambino possa vederla. Forse avete notato questa nuova “razza” speciale di bambini che sta rapidamente popolando il nostro pianeta. Sono felici, deliziosi e inclini al perdono. Questa generazione di nuovi Lavoratori di Luce ha un’età compresa tra 0 a 7 anni, ed è diversa da tutte le altre generazioni precedenti. Ideali in molti modi, essi sono coloro che indicano ciò verso cui l’umanità si sta dirigendo… ed è una buona direzione!”
tratto da: http://www.lightworker.it/indigo_crystal_evolution.html
The tree in me
The tree in me. 2019 Legno di tiglio e acrilico. Limewood and acrilico paint 67cm Christian Verginer
“Legacy” Dal 22 Ottobre 2020 al 21 Novembre 2020 PADOVA Vecchiato Arte, via Dondi Dall’Orologio 31 ORARI: martedì-venerdì 15.30-19.30; sabato 10.30-13.00 15.30-19.30; altri giorni e orari su appuntamento
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I meravigliosi bambini della Nuova Era
Ticking Grass.2020 Legno di tiglio e acrilico. Limewood and acrilico paint 63cm Christian Verginer
Nella bianca cornice della galleria VecchiatoArte, in via Dondi dell’Orologio 31, a Padova Alice Baldan è la custode di questi magici bambini . “legacy” è una personale dedicata alle opere di Christian Verginer artista altoatesino che scolpisce nel legno di tiglio questi bimbi vestiti di Natura. La delicatezza degli abiti, riprodotti fin nei particolari delle calze che si afflosciano sulle piccole gambe, sembrano dare vita a queste anime bambine che custodiscono nei loro sguardi un nuovo senso del vivere che deve venire al mondo.
“Legacy” Dal 22 Ottobre 2020 al 21 Novembre 2020 PADOVA Vecchiato Arte, via Dondi Dall’Orologio 31 ORARI: martedì-venerdì 15.30-19.30; sabato 10.30-13.00 15.30-19.30; altri giorni e orari su appuntamento