Astrea (gr. ᾿Αστραία)
Il mito dell’età dell’oro è diventato nel corso dei secoli un luogo comune della morale che rappresenta gli esordi dell’umanità come il regno della Giustizia: con gli uomini viveva la Vergine, della stirpe di Astreo che cantava al popolo concorde le leggi regolatrici della società e che si allontanò da loro solo quando con l’età dell’argento e poi del bronzo gli uomini diventarono battaglieri e carnivori. Da allora appare solo di notte nel cielo vicino a Boote dal grande splendore, Astrea (gr. ᾿Αστραία) nella mitologia greca, «vergine delle stelle», dea della giustizia, figlia di Zeus e Temi, trasformatasi nella costellazione della Vergine. A Roma Crono era identificato con Saturno e si poneva l’Eta’ dell’oro al tempo in cui questo dio regnava sull’Italia che si chiamava ancora Ausonia. Ecco perche’ eta’ dell’oro: era il regno della Giustizia e della Buona Fede e tale appellativo rimase ad indicare gli esordi dell’umanita’ in cui gli dei vivevano accanto ai mortali. Le porte non erano ancora state inventate, poiche’ il furto non esisteva e gli uomini non avevano niente da nascondere. Giovenale, infatti, afferma che un tempo “nessuno temeva ancora i ladri” e la gente viveva “senza chiudere l’orto”. Ci si nutriva esclusivamente di legumi e di frutti, poiche’ nessuno pensava ad uccidere. Con il regno di Zeus, eta’ del ferro, scomparve questa razza. A quel punto la terra e gli uomini sono preda di ogni empietà. Victa iacet pietas, et Virgo caede madentes, ultima caelestum, terras Astraea reliquit. “Vinta giace la pietà, e la vergine Astrea lascia — ultima degli dei — la terra madida di sangue” (Ovidio, Metamorfosi, I, vv. 149-150). Dunque i misfatti dell’umanita’ misero in fuga Iustitia e la costrinsero a lasciare la terra, in cui viveva con familiarita’ con i Mortali, si rifugio’ in cielo dove divenne la costellazione della Vergine. Astrea è la vergine di cui parla Virgilio nella quarta ecloga delle Bucoliche annunciando la venuta di un bambino che rigenererà il mondo (vv. 5.7):magnus ab integro saeclorum nascitur ordo. Iam redit et Virgo, redeunt Saturnia regna; iam nova progenies caelo demittitur ab alto. “nasce di nuovo il grande ordine dei secoli. Già torna la Vergine, torna il regno di Saturno; già la nuova progenie discende dall’alto del cielo”.
tratto da:http://digilander.libero.it/scernedipineto/giustizia.htm e in http://www.scuolafattoria.it/eta-oro.php
L’età dell’oro
Dei Saturni temporibus homines vitam beatam agebant sine laboribus ac periculis, sine morbis doloribusque, sine mortis timore; neque divies et pauperes, neque potentes et humiles neque domini et servi erant, sed omnes omnium bonorum participes erant. Itaque haec felix aeta appellata est. Tum homines neque tempestarum imbriunque vi neque marium fluninunque violentia neque fulgorum tonitruorumque terrore opprimebantur, sed caelum, semper mite et salubre erat, quia ver perenne erant. Terra inarata magnam frugum copiam farebat, arbores sponte dulcia poma praebebant, viridia preta omni tempore multitudine flagrantium florum erant ornata. Inter animalia nullae erant inimicitiae: mites agni voracium luporum ansidias nn timebant, immanes leones cum timidis cervis cibum communicabant. Pariter homines, ab omni cura libericoncordes in pace vivebant: nondum atrocia scelera, nondum arma exitialia, nondum acria bella mortalium mentes animisque terrebant.
Ai tempi del dio Saturno gli uomini conducevano una vita felice senza affanni e rischi, senza malattie e sofferenze, senza timore della morte; non vi erano nè ricchi e poveri, nè potenti e umili, nè padroni e servi, ma tutti erano partecipi di ogni ricchezza. E così questa età fu chiamata “d’oro”. Allora gli uomini non erano angustiati dalla forza delle tempeste e dei temporali e delle piogge, nè dalla violenza dei mari e dei fiumi, nè dal terrore dei fulmini e dei tuoni, ma il clima era sempre mite e salutare, poichè la primavera era continua. La terra incolta dava una grande quantità di raccolti, gli alberi producevano spontaneamente dolci frutti, i verdeggianti prati erano decorati con una moltitudine di ardenti splendidi fiori. Tra gli animali non vi era alcuna ostilità: i miti agnelli non temevano le insidie dei lupi voraci, i feroci leoni dividevano il cibo con i timorosi cervi. Allo stesso modo gli uomini liberi da ogni preoccupazione vivevano d’accordo in pace: gli atroci delitti, le armi funeste, le terribili guerre non impaurivano ancora le menti e gli animi dei mortali.
L’età dell’oro di Lucas Cranach il Vecchio
“Allacciate le cinture” Ferzan Ozpetek
Un fiore nel nostro giardino…che neanche l’inverno potrà mai gelare
Disgelo
Esistono momenti rarefatti nell’animo umano, poco prima che arrivi il disgelo, in cui tutto appare immobile, appannato, statico. Ci sentiamo privi di vita, svuotati, il senso pare perso. Nel rosato splendere del normale andamento delle cose qualcosa si è assopito dei nostri entusiasmi antichi. Poi il tempo sopraggiunge, malgrado noi e le nostre resistenze qualcosa non ci permette più di rimanere paralizzati. Entra di nuovo l’esistere, dobbiamo far posto al nuovo, all’esperire continuo dell’esistenza compiuta.
Il cardellino, olio su tela, Carel Fabritius 1654
Splendido “Il cardellino”in mostra a Palazzo Fava a Bologna proveniente dal .
The Golden Age
Vale la pena di andare a Bologna per ammirare questo splendido volto di fanciulla a Palazzo Fava.”La ragazza con l’orecchino di perla”, di Vermeer . La mostra curata da Marco Goldin e da Emilie Gordenker, direttrice del Mauritshuis Museum de L’Aia, porta in Italia oltre al noto capolavoro altre trentasette opere, divise per diverse tematiche.
Il mito della Golden Age
Da Vermeer a Rembrandt
Capolavori dal Mauritshuis
Bologna, Palazzo Fava
8 febbraio – 25 maggio 2014
Di tanto in tanto
” Di tanto in tanto la mia anima vorrebbe coricarsi accanto alla tua anima. A poco a poco non ha più nulla a che fare con il desiderio che una donna può provare per un uomo. A volte vorrei distendere il mio corpo nudo, così come Dio lo ha creato, accanto al tuo corpo nudo, così come Dio ti ha creato – e in questo modo avrei solo la sensazione che la mia anima potrebbe distendersi accanto alla tua.”
tratto da: “Lettere” Etty Hillesum, Adelphi, 2013, titolo originale “Het werk 1941-1943″, pg. 27
…è dai libri che impariamo
“La vita di una persona, mi viene a volte da pensare, è plasmata più dai libri che dagli esseri umani: è dai libri che impariamo, di seconda mano, che cosa sono l’ amore e la sofferenza. E quando abbiamo la fortuna di innamorarci, ciò accade perché vi siamo stati condizionati dalle nostre letture, sicché, se io non mi ero mai innamorato, forse era perché la biblioteca di mio padre non conteneva i libri giusti”
Tratto da: “ In viaggio con la zia “, Graham Green, Oscar Mondadori, 1969
Jason Mraz – I Won’t Give Up
Quando ti guardo negli occhi
E’ come guardare un cielo di notte
O un un bellissimo sole che sorge
Hanno qualcosa di grande in sè
E così anche le antiche stelle
Vedo che sei arrivata fino a questo punto
Per essere dove sei
Quanti anni ha la tua anima?
Non rinuncerò a noi
Anche se il cielo dovesse essere tempestoso
Ti darò tutto il mio amore
Sto ancora guardando in su
E quando avrai bisogno del tuo spazio
Per navigare un po’
Sarò qui ad attendere paziente
Per vedere quel che trovi
Perchè anche le stelle bruciano
Alcune perfino cadono sulla terra
Noi abbiamo così tanto da imparare
Dio sa che lo meritiamo
No, non mollerò
Non voglio essere uno di quelli che se ne vanno facilmente
Sono qui per rimanere e fare la differenza come posso
Ciò che ci distingue può insegnarci molto su come usare
Gli strumenti e i doni che possediamo, abbiamo molto in gioco
E alla fine, come volevamo sei ancora mia amica almeno
Non ci siamo fermati, non siamo bruciati
Abbiamo dovuto imparare a piegarci senza il mondo sotto i piedi
Ho dovuto imparare che cos’ho e cosa non sono
E chi sono
Non rinuncerò a noi
Anche se il cielo dovesse essere tempestoso
Ti darò tutto il mio amore
Sto ancora guardando in su
Sto ancora guardando in su
Non rinuncerò a noi (no, non rinuncerò a noi)
Dio sa che sono forte abbastanza (Sono forte, sono amato)
Noi abbiamo così tanto da imparare (siamo vivi, siamo amati)
Dio sa che lo meritiamo (lo meritiamo)
Non rinuncerò a noi
Anche se il cielo dovesse essere tempestoso
Ti darò tutto il mio amore
Sto ancora guardando in su
L’equilibrio si ristabilisce ogni volta
tratto da: “Lettere” Etty Hillesum, Adelphi, 2013, titolo originale “Het werk 1941-1943″
Il Cosmo si è spostato dalla testa al cuore
“Il processo che ho vissuto nell’ultimo anno è in realtà molto semplice, ma credo sia determinante per l’intero corso della mia vita a venire. Il Cosmo si è spostato dalla testa al cuore o, per quanto mi riguarda, al diaframma: in ogni caso , dalla testa a un’altra zona. E una volta che Dio ha traslocato dentro di me, prendendo possesso di uno spazio in cui ancora risiede, allora sì, di colpo sono cessati i dolori alla testa e allo stomaco! E ora mi avvalgo nuovamente delle parole altrui, questa volta di C.G.Jung: “…anche “Dio”, considerato in questo senso, è una teoria, una forma di rappresentazione, un’immagine che lo spirito umano si costruisce nella sua limitatezza per esprimere un’esperienza impensabile e ineffabile. L’esperienza è l’unica realtà che non si possa annullare con le discussioni, laddove le immagini possono venire insudiciate e distrutte”.
tratto da: “Lettere” Etty Hillesum, Adelphi, 2013, titolo originale “Het werk 1941-1943″, pg. 16
Ciò che attendiamo da un altro
tratto da: “Lettere” Etty Hillesum, Adelphi, 2013, titolo originale “Het werk 1941-1943”
Guardando un raggio di luce riflesso
“Jakob Böhme (1575-1624) comincio’ a scrivere subito prima della pubblicazione dei primi manifesti rosicruciani. Era nato a Görlitz in Lusazia, ai confini della Boemia. Era un semplice calzolaio che nel 1600 ebbe una visione mistica: guardando un raggio di luce riflesso da un vaso di peltro, sentì di poter penetrare l’essenza interiore di tutte le cose. In una lettera egli descrisse così l’esperienza:
“Mi vennero aperte le porte, così che in un quarto d’ora vidi e appresi più che se avessi studiato molti anni nelle università; ne fui estremamente rapito, e non sapevo come potesse essere accaduto in me; e subito volsi il mio cuore alle lodi di Dio. Poichè io vidi e conobbi l’essenza di tutte le cose…e anche la nascita o meglio l’eterna generazione della Santa Trinità, e la discesa e l’origine di questo mondo.”
tratto da: “Lettera a Caspar Lindner”, Jakob Böhme,, in “Jakob Böhme, Essential Readings “, a cura di R: Waterfield, Crucible/Thorsen, Wellingborough, 1989, pg.64, citazione tratta da “Hegel e la tradizione ermetica”, Glenn Alexander Magee, ed. Mediterranee
Willem Claes Heda (“Natura morta con boccale dorato”)
La Chanson des vieux amant
Jacques”http://www.dailymotion.com/f1544732759″ target=”_blank”>f1544732759
Jacques Brel La Chanson des vieux amant