Dello stesso autore

Buddità

G F Handel – Rinaldo “Cara sposa” Andreas Scholl

Giuseppe Inglese

TEDOFRA ARTGALLERY
Via Dondi dall’orologio 31
35139 Padova
tel. 3347266681

Giuseppe Inglese, nato a Rivoli ( Torino) nel 1978 . Nel ’98 si iscrive al corso di laurea in filosofia presso l’università degli studi di Torino . Questi sono anni trascorsi ad approfondire il senso del reale attraverso letture e corsi, temi quali l’IO, gli altri, il mondo e le loro relazioni reciproche vengono approfonditi sul piano psicologico, sociologico e filosofico .

Con lo studio della più vecchia psicanalisi freudiana-junghiana e con quello della più moderna psicologia cognitiva, analizza il legame tra pensiero, inteso come vissuto conscio e inconscio, e le reazioni emotive e comportamentali umane.
Attraverso i corsi sul disegno infantile di R.Quaglia e l’approfondimento delle tematiche grafo-analitiche, studia il legame tra Io profondo, il segno grafico e il colore

All’Università di Torino ha però soprattutto modo di frequentare i corsi di Gianni Vattimo e successivamente quelli di Maurizio Ferraris con il quale affronta il tema dell’estetica ricondotta al suo significato etimologico di “scienza della percezione sensibile”, del mondo esterno in quanto “inemendabile”, del rapporto tra schemi concettuali e esperienza sensibile, e tra esperienza e traccia mnestica .

Fondamentali saranno la scoperta e lo studio del criticismo, teoretico e pratico, di Kant, degli studi sulla percezione di Kurt Koffka, Wolfgang Köhler, Max Wertheimer e dell’italiano P.Bozzi.

Incontra l’Esistenzialismo attraverso scrittori come Beckett, Dostoevskij, Kafka e Camus e successivamente ne cerca un’elaborazione razionale-filosofica attraverso lo studio di autori come Sartre e Heidegger .

È in questo contesto, caratterizzato da una continua ricerca esistenziale, che matura la sua passione per l’arte, vissuta come momento estetico di sintesi, in cui tutte queste istanze si concretizzano e l’esser-ci si manifesta nella sua completezza. Inizia adolescente da autodidatta e poi per approfondire la conoscenza delle varie tecniche frequenta gli studi di vari artisti locali .

Nel 2011 inizia la propria personale ricerca e attività artistica anche collaborando alla realizzazione di mostre ed eventi finalizzati alla diffusione dell’arte sul territorio.

Lascia ch’io pianga – Rinaldo (1711) de Georg Friedrich Händel. Farinelli. Night Angel Night Angel

Muscari neglectum

Muscari (Muscari neglectum) -Primavera/Inizio Estate- Il Muscari è una pianta della famiglia delle Liliaceae o Asparagaceae. Il nome comprende parecchie specie bulbose e varietà con infiorescenze a spiga, solitamente tra l’azzurro e l’indaco. Tutte hanno in comune il bulbo sotterraneo tunicato e le foglie strette e lunghe fino a 30cm. Pare che il termine muscari derivi dal greco muschos=muschio e si riferisca al tenue profumo di alcune varietà. Altri lo chiamano “pan del cucco”, “pentolino” o anche “Nazareno”. I fiori sembrano piccole campanelline molto chiuse, raccolte una spiga sommitale e il loro colore è sfumato dall’alto al basso dall’indaco al blu. Ognuna ha un bordino bianco chiamato perigonio, tranne se c’è un gruppo di pallidi fiori sterili nella parte superiore della punta. Della stessa specie è il lampascione (Leopoldia Comosa o Muscari comosum), conosciuto in particolare nelle regioni del Sud Italia, dove il bulbo è usato in piatti della cucina tipica o conservato sott’olio. L’uso è principalmente ornamentale, ma nei giardini si usa più spesso il Muscari latifolium, caratterizzato da una grande foglia che sembra fare da scudo all’infiorescenza.

tratto da:http://www.villamiroglioinfoto.net/FloraFauna/Fiori%20ed%20erbe%20spontanee%20-%20rosso,%20rosa,%20viola/slides/muscari.html

Mysotis

Ajuga reptans

 

Ajuga (Ajuga reptans) -Primavera/Estate- L’Ajuga (a volte italianizzata in “aiuga”) è anche conosciuta col nome di “bugola”. È una piccola pianta erbacea perenne e sempreverde della famiglia delle Lamiaceae. Il nome è di origine incerta, forse da un termine latino composto che significa “senza giogo” per assenza del labbro superiore nella corolla, oppure una corruzione del vocabolo “abigo” che vuol dire “io espello” , mentre dal Medioevo arrivano diversi riferimenti alla forma diminutiva “Abigula”, dalla quale deriva l’attuale nome “Bugula” o “Bugola”. Il termine “reptans” è relativo al carattere strisciante della pianta. Ha radici fascicolate che in primavera emettono dalla base del fusto numerosi stoloni fogliati, striscianti e radicanti ai nodi che diffondendosi formano folti tappeti di un bel verde metallico, cupo. Gli steli sono eretti, alti 10-20 cm, quadrangolari, e spesso glabri alla base, ma pelosi su due facce opposte in alto, a volte sfumati di porpora o di violetto. Le foglie della rosetta basale sono ovali-spatolate, intere o crenate e lucide, mentre quelle del fusto sono disposte in coppie e sono più piccole, che in alto si riducono in brattee spesso sfumante di azzurro-violaceo. I fiori sono raggruppati in verticillastri di 6 -8 elementi all’ascella delle foglie superiori, accompagnati da brattee ovali, con calice peloso e corolla bilabiata, di colore blu-violetto, a volte anche rosa o biancastra, con il labbro superiore piccolissimo od assente e quello inferiore trilobo col lobo mediano più grande e spesso diviso a sua volta in due porzioni. Gli stami emergono completamente dalla fauce. È conosciuta per le sue proprietà astringenti, antinfiammatorie e presunte capacità di fermare le emorragie, usata in omeopatia ma anche in cosmetica per pelli delicate. Le foglie primaverili possono essere consumate come insalata con altre verdure o nei minestroni di verdure, sebbene aromatiche ma anche amare; tuttavia esistono dati comprovati che si tratta di una pianta epatotossica

AVATAR

Un mare di narcisi

Amo una patina lucida sulle cose

AMP scritto nel 1981

Palazzo della Civiltà Italiana – Quadrato della Concordia Roma

DMT e Pineale

Mare d’inverno

Dimentica le giornate di stress ed elimina qualche pensiero di troppo

Visto da “ham, holy burger”

Giorgia – Gocce di memoria

Le caratteristiche di un’esperienza spirituale

“…Dal momento in cui il nostro sé e il tempo perdono i loro confini, lo spazio diventa immenso. Come il tempo anche lo spazio non è più collocato in un punto definito, ma si trova ovunque, illimitato e senza barriere. Qui e lì sono un’unica cosa. Tutto è qui. In questo tempo e spazio infinitamente estesi e senza alcun sé definito, ci fermiamo a esaminare tutte le contraddizioni e i paradossi, vedendo che tra essi non c’è più conflitto. Siamo in grado di contenere, assimilare e accogliere tutto ciò che appare nella nostra mente: il bene e il male, la sofferenza e la felicità, il piccolo e il grande. Ora abbiamo la certezza che la coscienza continua a esistere anche dopo la morte fisica, e che esisteva da molto prima di aver assunto questa particolare forma fisica. Vediamo l’intero universo all’interno di un filo d’erba e sappiamo com’era il nostro volto prima che i nostri genitori ci conoscessero. Sentimenti eccezionalmente potenti si riversano nella nostra coscienza. Siamo in estasi e l’intensità di questa gioia è tale che il nostro corpo non riesce a contenerla, sembra aver bisogno disincarnarsi temporaneamente. Sebbene la beatitudine sia intensa, ci sono anche una pace e una serenità di fondo che non vengono toccate da nemmeno da questa felicità incredibilmente profonda. C’è una sensazione marcata del sacro e del divino. Entriamo in contatto con una realtà immutabile, eterna e immortale e non creata. E’ un incontro personale con il Big Bang, Dio, la Coscienza Cosmica, la fonte di tutta l’esistenza. In qualsiasi modo la chiamiamo, sappiamo di aver incontrato l’essenza e la sorgente dell’esistenza, dalla quale scaturiscono amore , saggezza e potere a livelli inimmaginabili. La chiamiamo “illuminazione” per la presenza della luce bianca che manifesta lo splendore del creato. Potremmo incontrare delle guide, angeli o altri spiriti disincarnati, ma passiamo oltre nel momento in cui confluiamo nella luce. Adesso i nostri occhi, finalmente, sono davvero aperti e vediamo chiaramente le cose in una “luce nuova”. “

Tratto da: “DMT, La molecola dello spirito”, Rick Strassman, traduzione di Laura Visioli, ed. SPAZIOINTERIORE, 2014

Le mie viole

Dedicato a Franca