Orbs
“Frequentemente, nel corso di questa mia esperienza, ho cercato di capire se l’origine del fenomeno fosse di natura estrinseca od intrinseca, comprendendo soltanto in seguito che tale questione non risulta rilevante.
La vita è un eterno ed incessante divenire, un costante pulsare di eventi che fluttuano in un apparente caos. In questo luogo, simile alle onde del mare, non ha senso parlare di personale od impersonale. Esiste solo l’istante che “è”.
Fino a poco tempo fa, pensavo che i miei interessi fossero principalmente volti allo studio della Geometria Sacra , delle antiche Tradizioni e dell’Arte in genere fino a che una semplice foto mi ha fatto scoprire il fenomeno delle sfere luminose.
Con la grande diffusione delle macchine digitali un numero crescente di persone si è accorto della presenza sulle immagini di forme globulari di varia grandezza ed intensità luminosa.
Non soltanto la scienza, ma anche il nostro quotidiano vivere ha continuamente bisogno di verificare regolarmente i fenomeni, misurarli, ripeterli, classificarli secondo determinati parametri sempre ben definiti.
Ci sentiamo molto più sicuri nella nostra vita se crediamo nel bianco e nel nero, nel male e nel bene, nel positivo e nel negativo. Siamo inoltre condizionati a considerare “il non sapere” come qualcosa di inaccettabile ed ogni risposta che ci diamo o ci viene data si tramuta spesso in un adagiarsi nel conosciuto.
Se si vuol visionare un fenomeno-diceva Finkelstein- dobbiamo imparare a vivere con l’esperienza mettendo gli altri nelle condizioni di compierla, raccontando loro come crearla.
Questo serve anche al confronto ed all’evoluzione dell’individuo, un tendere alla conoscenza che sappiamo non poter acquisire mai pienamente.Tra il mese di Agosto del 2005 ed il mese di Febbraio del 2006 ho“catturato” immagini provenienti da vari ambienti.
Grazie alla collaborazione di persone, interessate anch’esse al fenomeno, ho potuto osservare ed annotare le seguenti particolarità:
– Gli orbs interagiscono con un oggetto nuovo (di natura organica od inorganica) posto in luogo aperto o chiuso che sia. Ho osservato che le sfere in queste circostanze, compaiono non immediatamente ma solo dopo un intervallo di almeno 30 sec. dal posizionamento dell’oggetto stesso. Pare che il “sistema ” subisca una “rottura” tramite l’introduzione di un elemento nuovo e poiché questo avviene puntualmente è mia intima convinzione che il sistema stesso abbia un carattere “cognitivo”. Quasi come se cercassimo di studiare un sistema che “sa” di essere studiato.
– Le forme luminose rilevate nelle vicinanze di animali e bambini presentano delle caratteristiche particolari relativamente a dimensione, colore e vibrazione come se vi fosse un legame con il sistema cinetico ed il campo elettromagnetico .
– Per una corretta rilevazione degli orbs è di fondamentale importanza controllare l’ambiente al fine di escluderne di “falsi” originati da pulviscolo o vapore acqueo.
– I globi di luce più interessanti da studiare sono quelli dal caratteristico movimento “quantico”ed in vibrazione.
– Possono essere luminosi e colorati e questa caratteristica non dipende affatto dalla distanza e dall’intensità del flash. Personalmente ritengo che il colore sia una caratteristica che lega la sfera luminosa all’essere vivente od oggetto ad essa vicino.
-E’ possibile osservare gli orbs anche ad occhio nudo quando essi sono in movimento.
– In alcune occasioni ho riprodotto fotograficamente orbs in vibrazione in concomitanza di onde sonore presenti nell’ambiente; ho notato però che il suono pur favorendo tale fenomeno non risulta essere condizione necessaria perché lo stesso si produca.
– Pur isolando l’ambiente da interferenze elettriche il fenomeno si produce ugualmente e controlli eseguiti con l’ausilio di apparecchiature in grado di rilevare anomalie elettromagnetiche o radioattività non hanno registrato valori oltre la norma.
– Sembra che la “volontà” di trovare l’orb in un determinato luogo, produca il fenomeno stesso. Ad una consapevolezza corrisponde una reazione “costruttiva”. Siamo forse in presenza di un fenomeno di interferenza? Tutto ciò apre nuove ipotesi sull’eventuale interazione con le emissioni di onde cerebrali da parte degli esseri viventi.
– Ogni orb ha una struttura esterna comune paragonabile ad una membrana cellulare.
Il disegno esterno che vi si osserva è un falso disegno perché prodotto dal sensore interno alla digitale. Mi sono accorta di questo particolare nello scattare una foto ponendo la macchina fotografica prima in orizzontale e successivamente, in occasione di un secondo scatto, in verticale. Possiamo notare così che il disegno presente nel perimetro esterno dell’orb si sposta e ciò prova che tale disegno è determinato dalla macchina stessa.
Il cuore di una digitale è il suo sensore CCD dall’inglese Charge Coupled Device. Esso è un rivelatore bidimensionale a stato solido di tipo quantico e sta alla base di tutte le ottiche moderne, telescopi compresi. Il principio sul quale si basa è l’effetto fotoelettrico. La caratteristica di un buon CCD è l’elevata efficienza fotoquantica che è data dal numero dei Fotoeventi rilevati diviso il numero di fotoni incidenti.
Quando ci troviamo in presenza di cariche fotoniche elevate, può capitare che più pixel non vengano rilevati o che vengano espressi con valore errato.
Le cause possono essere imputate, oltre che alla forte esposizione fotonica, anche ai raggi cosmici od ai lunghi tempi di esposizione (foto astronomiche).
Le aziende costruttrici delle digitali hanno ovviato a questo inconveniente installando nelle fotocamere un sistema di auto correzione; vengono utilizzati i valori mediati da 4 o più pixel adiacenti al “foro d’immagine” in modo da coprire la parte mancante.
Parrebbe semplice affermare che la presenza degli orbs è data da un difetto della macchina e che quindi essi non esistano.
Io credo invece che ciò dimostri che la macchina non sia all’altezza di leggere ciò che le appare innanzi ma che catturi e fissi un “evento”, elaborandolo nel suo errato modo di comprendere. E’ erroneo pensare che gli orbs si impressionino soltanto con apparecchi digitali: vi sono interessanti fotografie realizzate con macchine tradizionali a rullino ed anche senza l’ ausilio del flash. La verità è che la tecnologia digitale ha aumentato il numero degli scatti realizzati dalle persone con il risultato di avere un maggior numero di foto che ritraggono sfere luminose. Si può ipotizzare che l’ orb viaggi sulla lunghezza d’ onda dell’infrarosso troppo lunga per essere visibile dall’occhio umano, perlomeno dalla maggior parte degli individui. Personalmente ritengo che un occhio allenato possa percepire la variazione di campo visivo all’estremità della propria visuale, operata dal movimento della sfera luminosa. Ecco perché alcuni individui hanno più successo di altri nel catturare gli orbs. Si è notato che macchine fotografiche alle quali è stato applicato un filtro I.R. anti- infrarosso, non permettono di catturare le sfere luminose. Ciò porterebbe ad individuare il Campo ove esse danzano. Ma esiste una qualità ancor più singolare che interessa il fenomeno ed è quella che viene chiamata “interazione finalizzata”.Gli orbs appaiono numerosi secondo la volontà dell’individuo, spesso fuori da contesti mistici e spirituali. Le forme globulari risultano addirittura sensibili all’intenzione dell’individuo che le osserva e rispondono ad esso assumendo tratti idonei alla Coscienza dello stesso e alla sua esperienza evolutiva. Ho avuto prova di questo fenomeno cedendo richieste di “disposizioni” e ricevendone l’ immediata risposta.
La natura “quantica” del fenomeno è attestata dal fatto che esso un momento esiste ed il momento successivo non è più.
La sua Non Località lo colloca tra i fenomeni soggetti alle leggi della fisica dei quanti e quindi al mondo subatomico. La teoria del plasma può al momento spiegare sia il movimento quantico che il fenomeno di luminescenza che investe le sfere di luce ma non spiega al momento gli aspetti della finalità consapevole manifestata da essi.
Esistono riscontri che provano che gli orbs cambiano colore o sono di diversa natura a seconda degli individui coinvolti: i bambini ad esempio sono frequentemente correlati a sfere di colore rosa o azzurro. Chi scrive ha notato inoltre un effetto “specchio” all’interno delle sfere di luce. Questa indagine è ancora in embrione e merita ulteriori studi ma induce a mettere in relazione il fenomeno con le Forme -Pensiero.
Se per un momento ipotizzassimo che la natura di queste “lucenti particelle” delle quali in maniera alquanto singolare ne parlava già nell’ 800 il pittore William Blake, sia energia libera pronta ad organizzarsi in grandi sistemi, potremmo pensare di essere in presenza di luce non ancora collassata in forme materiali.
In altre parole, l’orb o ciò che esso nasconde, potrebbe essere l’embrione della materia, ma una materia-coscienza in olomovimento .
Siamo in presenza di un livello subatomico ed ogni tentativo che facciamo per conoscerlo altera lo stato al punto che ciò che osserviamo non è più la forma energetica che era ma diviene la forma energetica sottoposta al nostro metodo d’indagine.
Quindi, se queste forme energetiche non hanno vera forma, non si muovono nello spazio e nel tempo, non possiedono massa, non sono misurabili in relazione ad eventuale energia o carica, che cosa realmente sono?
Citando Gary Zukav:”Chi sono i danzatori e qual è la danza? Essi non hanno altri attributi se non la danza”.
Lo spazio non è vuoto ma vibrante di energia e noi vibriamo insieme ad esso in una eterna mutevole ed intensa danza oltre i nostri illusori confini fisici.
Qualche volta abbiamo la fortuna di osservare al di là la nostra illusoria indipendenza ed è in quel momento che ci sentiamo parte del tutto vivente od inanimato che sia.
Dovremmo spesso rammentarci che ci sono cose che non si possono conoscere nella loro complessità in una volta sola, perché è la loro complementarietà che ne svela volta per volta il loro comportamento.
Max Planck scrisse: ”Scienza….significa sforzo incessante e sviluppo in continua progressione verso uno scopo che l’intuizione poetica può comprendere, ma che l’intelletto non afferrerà mai completamente.”…”
tratto da:”In lucenti particelle” di Claudia Cinquemani Dragoni in http://www.crprato.it/sito/index.php?option=com_content&view=article&id=162&Itemid=96
Orb su lago
foto di Isabella
Diventando consapevoli dei propri pensieri
Siamo tutti esseri di energia circondati e avvolti a vari livelli da energia e movimento. Come abbiamo visto, il chi è un campo di forza che racchiude il nostro corpo, mentre i colori visibili nell’aura e nei corpi di energia si possono identificare attraverso uno studio accurato dell’aura e dei colori dei chakra. Spesso le malattie sono visibili nell’aura prima ancora che si manifestino nel corpo fisico. Uno studioso dell’aura può ricavare numerose informazioni dall’aura di una persona, fra cui il suo umore, le emozioni e molti aspetti della sua personalità. Dopo aver appreso a connettersi e a vedere il campo aurico di energia, il passo successivo è imparare a espanderlo. Questo risultato si ottiene potenziando lo scudo aurico, che protegge la persona dall’energia negativa diretta verso di lei e dall’assorbimento involontario di energia di altri esseri. I corpi aurici possiedono una saggezza intrinseca volta a prendersi cura del corpo e a mantenerlo in forma, malgrado le prove a cui è sottoposto quotidianamente: alimentazione scadente, mancanza di nutrizione, stress, inquinamento, mancanza di sonno, superlavoro, ed esposizione a virus e a germi. E’ una buona notizia, ma c’è un modo per migliorare la capacità del corpo di curarsi, ripristinarsi e evolvere. Gli antichi insegnamenti dei saggi di Egitto e Grecia esortavano a entrare in contatto con i corpi spirituali sulla base del seguente assioma: “Come sopra, così sotto”. In sostanza si tratta del legame fra l’Universo (il macrocosmo) e l’Individuo (microcosmo), e di come i due elementi siano interconnessi e si riflettano l’uno sull’altro. In precedenza ho scritto che si cambia a livello cellulare ogni sette anni, avendo la possibilità di creare un campo energetico di forza completamente nuovo intorno a sé. (7-14-21-28-35-42-49-56-63-70-77-84-91). Tale obbiettivo si può ottenere, in parte, diventando consapevoli dei propri pensieri e modificando attivamente ciò in cui si crede, come si pensa e cosa si sceglie di concretizzare nella propria vita. Impegnandosi in queste attività, si può cambiare l’energia immessa nel campo aurico, che a sua volta modifica l’energia che fluisce verso i chakra e il corpo materiale. Negli antichi templi dei misteri , le tecniche e le procedure di cura erano concepite su base individuale. Il paziente incontrava un gruppo di metafisici olistici (guaritori)che si impegnavano a creare un regime di cura con cui connettersi e curarsi a livello di corpo, mente e spirito. Il consulto iniziava con un colloquio con il paziente, per raccogliere informazioni sulla sua storia medica e personale. In seguito, il gruppo di guaritori si confrontava e creava il miglior tipo di cura per ogni paziente su base individuale. Il percorso di cura iniziava con il paziente che trascorreva la notte in una delle stanze del tempio preposte alle guarigioni. Il paziente beveva un decotto di erbe che lo aiutava a dormire profondamente. Una sacerdotessa gli sarebbe rimasta accanto tutta la notte, convogliando energia luminosa nella sua aura e nel suo corpo eterico. Nei giorni e nelle settimane seguenti , il paziente sarebbe stato curato a livello del corpo materiale tramite massaggi, erbe, pozioni e perfino interventi chirurgici se necessario. Alcuni dei più antichi strumenti chirurgici ritrovati risalgono all’antico Egitto. Il paziente avrebbe inoltre parlato con un guaritore, che avrebbe ascoltato le sue vicende personali per alleviare dolore e stress, così da consentire al paziente di curare la mente e riprendersi…in pratica la versione antica del psicanalisi e del counseling. “
Tratto da:”IL RISVEGLIO DELL’AURA”, Kala Ambrose, ed. ARMENIA,2015
Giuseppe Inglese
TEDOFRA ARTGALLERY
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Giuseppe Inglese, nato a Rivoli ( Torino) nel 1978 . Nel ’98 si iscrive al corso di laurea in filosofia presso l’università degli studi di Torino . Questi sono anni trascorsi ad approfondire il senso del reale attraverso letture e corsi, temi quali l’IO, gli altri, il mondo e le loro relazioni reciproche vengono approfonditi sul piano psicologico, sociologico e filosofico .
Con lo studio della più vecchia psicanalisi freudiana-junghiana e con quello della più moderna psicologia cognitiva, analizza il legame tra pensiero, inteso come vissuto conscio e inconscio, e le reazioni emotive e comportamentali umane.
Attraverso i corsi sul disegno infantile di R.Quaglia e l’approfondimento delle tematiche grafo-analitiche, studia il legame tra Io profondo, il segno grafico e il colore
All’Università di Torino ha però soprattutto modo di frequentare i corsi di Gianni Vattimo e successivamente quelli di Maurizio Ferraris con il quale affronta il tema dell’estetica ricondotta al suo significato etimologico di “scienza della percezione sensibile”, del mondo esterno in quanto “inemendabile”, del rapporto tra schemi concettuali e esperienza sensibile, e tra esperienza e traccia mnestica .
Fondamentali saranno la scoperta e lo studio del criticismo, teoretico e pratico, di Kant, degli studi sulla percezione di Kurt Koffka, Wolfgang Köhler, Max Wertheimer e dell’italiano P.Bozzi.
Incontra l’Esistenzialismo attraverso scrittori come Beckett, Dostoevskij, Kafka e Camus e successivamente ne cerca un’elaborazione razionale-filosofica attraverso lo studio di autori come Sartre e Heidegger .
È in questo contesto, caratterizzato da una continua ricerca esistenziale, che matura la sua passione per l’arte, vissuta come momento estetico di sintesi, in cui tutte queste istanze si concretizzano e l’esser-ci si manifesta nella sua completezza. Inizia adolescente da autodidatta e poi per approfondire la conoscenza delle varie tecniche frequenta gli studi di vari artisti locali .
Nel 2011 inizia la propria personale ricerca e attività artistica anche collaborando alla realizzazione di mostre ed eventi finalizzati alla diffusione dell’arte sul territorio.
Muscari neglectum
Muscari (Muscari neglectum) -Primavera/Inizio Estate- Il Muscari è una pianta della famiglia delle Liliaceae o Asparagaceae. Il nome comprende parecchie specie bulbose e varietà con infiorescenze a spiga, solitamente tra l’azzurro e l’indaco. Tutte hanno in comune il bulbo sotterraneo tunicato e le foglie strette e lunghe fino a 30cm. Pare che il termine muscari derivi dal greco muschos=muschio e si riferisca al tenue profumo di alcune varietà. Altri lo chiamano “pan del cucco”, “pentolino” o anche “Nazareno”. I fiori sembrano piccole campanelline molto chiuse, raccolte una spiga sommitale e il loro colore è sfumato dall’alto al basso dall’indaco al blu. Ognuna ha un bordino bianco chiamato perigonio, tranne se c’è un gruppo di pallidi fiori sterili nella parte superiore della punta. Della stessa specie è il lampascione (Leopoldia Comosa o Muscari comosum), conosciuto in particolare nelle regioni del Sud Italia, dove il bulbo è usato in piatti della cucina tipica o conservato sott’olio. L’uso è principalmente ornamentale, ma nei giardini si usa più spesso il Muscari latifolium, caratterizzato da una grande foglia che sembra fare da scudo all’infiorescenza.
tratto da:http://www.villamiroglioinfoto.net/FloraFauna/Fiori%20ed%20erbe%20spontanee%20-%20rosso,%20rosa,%20viola/slides/muscari.html
Ajuga reptans
Ajuga (Ajuga reptans) -Primavera/Estate- L’Ajuga (a volte italianizzata in “aiuga”) è anche conosciuta col nome di “bugola”. È una piccola pianta erbacea perenne e sempreverde della famiglia delle Lamiaceae. Il nome è di origine incerta, forse da un termine latino composto che significa “senza giogo” per assenza del labbro superiore nella corolla, oppure una corruzione del vocabolo “abigo” che vuol dire “io espello” , mentre dal Medioevo arrivano diversi riferimenti alla forma diminutiva “Abigula”, dalla quale deriva l’attuale nome “Bugula” o “Bugola”. Il termine “reptans” è relativo al carattere strisciante della pianta. Ha radici fascicolate che in primavera emettono dalla base del fusto numerosi stoloni fogliati, striscianti e radicanti ai nodi che diffondendosi formano folti tappeti di un bel verde metallico, cupo. Gli steli sono eretti, alti 10-20 cm, quadrangolari, e spesso glabri alla base, ma pelosi su due facce opposte in alto, a volte sfumati di porpora o di violetto. Le foglie della rosetta basale sono ovali-spatolate, intere o crenate e lucide, mentre quelle del fusto sono disposte in coppie e sono più piccole, che in alto si riducono in brattee spesso sfumante di azzurro-violaceo. I fiori sono raggruppati in verticillastri di 6 -8 elementi all’ascella delle foglie superiori, accompagnati da brattee ovali, con calice peloso e corolla bilabiata, di colore blu-violetto, a volte anche rosa o biancastra, con il labbro superiore piccolissimo od assente e quello inferiore trilobo col lobo mediano più grande e spesso diviso a sua volta in due porzioni. Gli stami emergono completamente dalla fauce. È conosciuta per le sue proprietà astringenti, antinfiammatorie e presunte capacità di fermare le emorragie, usata in omeopatia ma anche in cosmetica per pelli delicate. Le foglie primaverili possono essere consumate come insalata con altre verdure o nei minestroni di verdure, sebbene aromatiche ma anche amare; tuttavia esistono dati comprovati che si tratta di una pianta epatotossica
Amo una patina lucida sulle cose
AMP scritto nel 1981
Dimentica le giornate di stress ed elimina qualche pensiero di troppo
Visto da “ham, holy burger”