Dello stesso autore

Frequenze infinite di pura luce e energia

“…La maggior parte del genere umano muore ignorando completamente la sua esistenza spirituale. Anche se molte persone possiedono ferme convinzioni religiose, la conoscenza diretta che hanno della loro stessa identità spirituale  e del proseguimento della vita dopo la morte fisica è quasi nulla. Al momento del decesso trasferiscono la coscienza dal corpo materiale alla forma non fisica dalla frequenza più elevata, e vengono accolti da amici e parenti già defunti. Com’è naturale, la scoperta che in pratica continuano a vivere li riempie di gioia, e sono felici di ritrovarsi con i propri cari. Nel corso delle giornate e delle settimane successive vengono reintegrati in una nuova realtà vibratoria e iniziano la fase di adattamento per conformarsi ai rispettivi gruppi sociali. questo senso collettivo di appartenenza raccoglie e mantiene uniti milioni di individui all’interno di un magnifico ambiente non fisico di consenso. … Quei magnifici ambienti non fisici sono ritenuti il paradiso, e in confronto con l’esistenza fisica lo sono davvero, non esistono infatti la morte, le malattie, il decadimento, il crimine…. c’è un solo problema: la maggior parte degli abitanti non fisici (miliardi) sono inconsapevoli del fatto che al di là della loro percezione non fisica esistono altre dimensioni energetiche ancora più spettacolari. Quei luoghi consistono di frequenze infinite di pura luce e energia, ognuno più brillante dell’altro, una progressione di luminosità vivente che esiste oltre i nostri fragili concetti di forma e sostanza, e arriva fino al cuore stesso dell’universo multidimensionale. … L’abilità di sperimentare i vari livelli di frequenza non fisica dell’universo dipende dalla capacità di trascendere i nostri attuali limiti energetici. Se impariamo a trascendere le barriere fisiche, dopo la morte fisica potremo ricorrere a tale facoltà per sperimentare regioni ancora più grandi dell’universo. ”

tratto da: “Avventure fuori dal corpo”, William Buhlman, Macroedizioni, edizione in lingua originale 1996

Ludovico Einaudi “Walk”

Umana Viriditas

T.Riley – S.Scodanibbio: “In D” (excerpt) Ensemble Ludus Gravis

La Viriditas, la forza vitale

In tutta l’opera di Ildegarda, LA VIRIDITAS ha una rilevanza straordinaria. Oltre a designare il colore della Natura, ella lo associa soprattutto alla sua energia, alla forza vitale (vis, vir in latino) immessa in tutta la creazione dal soffio divino. Tale forza si esprime non solo nel verde della vegetazione ma è riconoscibile a tutti i livelli, fisici e spirituali del creato, comunque si manifesti. Essa è presente anche nell’anima dell’uomo, poiché è il principio della vita e del movimento.
Viriditas riassume quindi la nozione universale di salute, di prosperità e di bellezza che latini chiamavano integritas (integrità), i greci holon (il tutto) gli ebrei shalom (pace).
Viriditas corrisponde anche ad una tappa dell’opera alchemica, chiamata “Opera al verde”, che vari autori medievali sostituivano a volte all’ Albedo, la fase dell’Opera al Bianco. Verde smeraldo sono le Tabula smaragdina di Ermete Trismegisto dove sono incisi i principi dell’arte alchemica. Nei suoi studi sull’alchemia, Carl G. Jung, vede nella fase alchemica Viriditas una rappresentazione del nostro Sé o Anima, che ha la funzione psicologica di liberare l’io, rinchiuso nel carcere della sua solitudine, morto e sepolto nella tomba del suo egocentrismo (Nigredo o Opera al Nero), per armonizzarlo poi in una relazione ricca e consapevole con il proprio mondo affettivo, con il mondo affettivo altrui, con la vita (Rubedo o Opera al Rosso).
In altre tradizioni spirituali, il verde è il colore associato alla dea dell’Amore, Venere, all’energia femminile del Cuore, portatrice di guarigione. Complessivamente, nella mente di Ildegarda, Viriditas è sinonimo di guarigione, di forza e di Vita. È un simbolo della totalità cui l’individuo tende senza tregua, attraverso le varie prove della sua esistenza, superando le tante piccole morti necessarie per apprezzare il Dono della Vita.

 

tratto da: http://www.viriditas.it/interna.asp?idPag=13

Café Society

Si possono amare due donne contemporaneamente? Il sottile messaggio portato dal film di Woody Allen abbozza timidamente una riflessione sui legami che si instaurano durante la vita di ogni individuo

Abreazione

In psicoterapia, la scarica emozionale attraverso la quale un soggetto si libera di un trauma antico i cui termini essenziali sono rimasti inconsci.

Il 22 Settembre il Sole entra nel segno zodiacale della Bilancia celebrando l’Equinozio di Autunno

La Bilancia è il settimo segno dello zodiaco. Il sole passa in questo periodo dall’emisfero sud all’emisfero nord attraverso l’equatore. La notte e il giorno sono in perfetto equilibrio, anche se lentamente la notte tende ad avere il sopravvento sulle ore di luce. Prevale la forza notturna e spirituale su quella solare. Il 22 settembre cade l’equinozio di Autunno, (dal latino aequus, uguale, e nox, notte). Inizia in questo momento la fase involutiva che si manifesta nel decadere della vegetazione. Questo è quindi il punto mediano tra l’evoluzione iniziata in Ariete e tutta la metamorfosi involutiva che andrà manifestandosi durante l’inverno. L’elemento Aria domina e feconda il desiderio di comunicazione, lo scambio di idee. La separazione viene a cadere. L’equilibrio viene dal controllo di forze opposte, tendenze estreme che vengono a conciliarsi applicando il sentimento della giustizia. L’uomo determina la legge di se stesso, controlla e dirige i propri impulsi servendosi dell’intelletto in modo da riuscire a integrare le due dimensioni dell’umano: quella materiale e quella spirituale. L’Equinozio d’Autunno è l’emblema della luce/consapevolezza che entra nell’oscurità della materia, nel corpo e nella mente subconscia/inconscia. Si tratta di uno stadio di preparazione alla rivelazione della coscienza dell’anima al Solstizio d’Inverno con la nascita del Cristo/Sole/Anima il 25 Dicembre. Venere e Saturno dominano nel segno della Bilancia, l’amore e la giustizia si fondono per creare ordine. Il 29 settembre si celebra la festa di San Michele. Rappresentato con la spada nella mano destra e una bilancia nella mano sinistra, nell’atto della Psicostasia (pesatura delle anime). Un novello Anubi, come nel culto egizio che pratica la pesatura del cuore contrapposto sul piatto della bilancia alla piuma di Maat.

Coco Chanel sincretica negli oggetti della sua collezione

«Culture Chanel: la donna che legge» alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna Ca’ Pesaro di Venezia, dal 17 settembre all’8 gennaio. 

Per illuminare gli altri bisogna essere luminosi

“Ecco perchè vi dirò che per me il più grande pedagogo è il sole: sì è lui il mio maestro. Mi ha detto: “Credimi, tutti quei cosiddetti pedagoghi non conoscono nulla della vera pedagogia. Non sanno che per scaldare gli altri, bisogna essere caldi, che per illuminare gli altri bisogna essere luminosi, che per vivificare gli altri bisogna essere vivi. Gli educatori impongono alle giovani generazioni delle qualità morali che non possiedono  nemmeno loro e delle quali non possono naturalmente dare l’esempio. Come puoi pensare che i giovani non si ribellino? E’ normale che non obbediscano più. ” Ecco che cosa mi ha detto il sole. Un vero pedagogo deve emanare le qualità che vuole insegnare bisogna che esca da lui qualcosa di contagioso, di stimolante, di irresistibile! Un vero poeta, un vero musicista stimola gli altri a diventare poeti e musicisti. Un vero portatore di amore rende gli altri pieni di amore. Un generale audace, pieno di coraggio, influenza i suoi soldati, che vanno all’assalto e riportano vittoria. ”

tratto da: “L’educazione inizia prima della nascita”, Omraam Mikhael Aivanhov, edizioni Prosveta

Dalla libreria di Coco Chanel

Testo in mostra  alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna Ca’ Pesaro di Venezia,«Culture Chanel: la donna che legge»dal 17 settembre all’8 gennaio. 

Quintessènza

Quintessènza “(meno com. quint’essènza, o quinta essènza) s. f. [dal lat. mediev. quinta essentia, calco del gr.πέμπτη οὐσία o πέμπτον στοιχεον, rispettivam. «quinta essenza», «quinto elemento»]. – 1. a. Nella fisica greca (preferibilmente nella grafia quinta essenza), quinto elemento aggiunto ai quattro di Empedocle (terra, acqua, aria, fuoco), considerato principio incorruttibile di vita e di moto, ora intermedio tra anima e corpo, ora assimilato al «fuoco» stoico o all’«anima del mondo» neoplatonica. Nella fisica di Aristotele i corpi celesti (sopra la sfera della luna) sono costituiti da una q. essenza (o q. elemento), di natura eterna, incorruttibile, dotata di moto circolare. Il terminequintessenza ha poi avuto una sua diversa utilizzazione nella tradizione alchemica per indicare l’elemento ultimo e costitutivo dei corpi, oggetto proprio della ricerca alchemica in quanto, una volta individuato e notato, renderebbe possibile tramutare un elemento nell’altro per ottenere altresì materiali preziosi come l’oro.”

tratto da:http://www.treccani.it/vocabolario/quintessenza/

Raffigurazione delle costellazioni in mostra in «Culture Chanel: la donna che legge» alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Ca’ Pesaro di Venezia.

La vita che sogniamo

La mostra “La donna che legge” si apre con un appunto scritto a mano da Gabrielle Chanel: «La vita che conduciamo non è mai granché, la vita che sogniamo è invece la grande esistenza, perché la continueremo oltre la morte».

tratto dalla mostra  «Culture Chanel: la donna che legge» alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna Ca’ Pesaro di Venezia

vedi su http://culture.chanel.com/it/il-percorso-della-mostra/la-vita-che-conduciamo

Igor Sibaldi – Disobbedienza

Il mondo

Sanare la divisione tra mente e corpo

“…Nonostante le nostre azioni ci rivelino costantemente la ricchezza del nostro essere, viviamo uno stato di indifferenza nei confronti della nostra carnalità. Si tratta di un’indifferenza che nasce spesso da situazioni di comodo e che si può rivelare fatale, perché minimizza l’importanza di tutto ciò che ci circonda e il rapporto con gli altri. Credo sinceramente che dobbiamo stabilire una connessione con la nostra natura fisica. Non solo abbiamo un corpo, siamo il nostro corpo. Secondo Drew Leder , il dualismo ci ha consentito di sviluppare una sorta di concezione meccanicistica del corpo e delle sue funzioni, secondo la quale non esiste interazione o almeno non esiste alcuna interazione significativa fra mente e corpo (Leder 1998). Di conseguenza, tendiamo a percepire il corpo come una sorta di macchina, un “qualcosa” che è diverso da noi stessi: è il fenomeno chiamato anche “corpo assente”.

Sanare la divisione tra mente e corpo.
Nel ventunesimo secolo stiamo rapidamente sviluppando un consenso attorno a una filosofia rinnovata che si allontana sempre più dalla dicotomia cartesiana fra mente e corpo. Questa nuova tendenza è influenzata in parte da un modo orientale di concepire il rapporto mente-corpo, che rifiuta ogni forma di dualismo. …. Questo non significa che una parte immateriale abiti un corpo fisico, o che possa essere collocata in qualche parte del cervello, bensì che il corpo fisico è anche mente. … Viene naturale allora porsi la domanda:” Dove deve andare allora la mente?” . seguendo Takuan, monaco Zen vissuto quasi cinquecento anni fa, la risposa corretta è “ovunque”. La mente deve essere in grado di spostarsi liberamente in tutte le parti del corpo. ”

Tratto da: ” Viaggi ai confini della vita”, Ornella Corazza, URRA Feltrinelli, 2014

L’Annunciazione del corridoio Nord. Beato Angelico

L’Annunciazione del corridoio Nord è un affresco di Beato Angelico nel convento di San Marco a Firenze, situato al primo piano, proprio davanti alle scale. L’opera, che misura 230×321 cm, è di datazione incerta, che oscilla tra gli anni 1440 e il periodo dopo il ritorno dal soggiorno romano, dopo il 1450.

Alfred Deller sings “Shall I Come, Sweet Love, to Thee” – Thomas Campion