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Tu che reggi nelle tue mani cose infinite

“Come mi sembra strano chiamarti bambina, tu che reggi nelle tue mani cose infinite. Percorrevo la strada del giorno e tu camminavi invisibile al mio fianco, mettendo insieme tutti i pezzi e facendomi scorgere in ogni frammento l’intero. Hai tolto quando io pensavo di trattenere, e mi hai dato quando non mi attendevo nulla. E continuamente da lati sempre nuovi e inattesi, facevi nascere eventi decisivi per il mio destino. Là dove seminavo, tu mi rubavi il raccolto, e dove  non seminavo, mi donavi frutti a profusione. E in continuazione perdevo il sentiero, per poi ritrovarlo lì dove non me lo sarei ami aspettato. Tu a mantenevi viva la mia fede, quando ero solo e prossimo alla disperazione. In ogni momento cruciale mi hai donato fiducia in me stesso. ”

tratto da: C.G. Jung, “LIBRO ROSSO. Liber Novus.” Anima e Dio. Cap. II, pg. 233. Bollati Boringhieri, 2009