“Herman Hesse diceva: “I problemi non si presentano per venire risolti, essi sono semplicemente i poli tra i quali si crea la tensione necessaria alla vita.”La soluzione si trova al di là della polarità, ma per arrivarci bisogna unificare i poli, conciliare gli opposti. Questa difficile arte di unire gli opposti riesce soltanto a chi ha imparato a conoscere entrambi i poli. Per far questo bisogna essere disposti a vivere coraggiosamente tutte le polarità e integrarle. “Solve et coaugula”, si legge negli antichi scritti: sciogli e lega. Prima dobbiamo distinguere e sperimentare la separazione e la spaccatura, poi potremo avvicinarci alle “nozze chimiche”. all’unione dei contrari. L’uomo deve prima scendere profondamente nella polarità del mondo materiale, nella corporeità,nella malattia, nel peccato e nella colpa, per trovare nella più profonda notte dell’anima e nella più cupa disperazione quella luce di comprensione che gli consente di riconoscere nella propria via di dolore e sofferenza un gioco significativo che l’ha aiutato a ritrovarsi là dove è sempre stato: nell’unità.”
tratto da:”Malattia e destino”, Thorwald Dethlefsen, edizioni mediterranee, 1987
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