“Ora ascoltami bene, non far finta di ascoltare. Porta le orecchie nel cuore. Tutto serve, tutto costruisce. Quando crolla un palazzo sotto i colpi dell’ariete del Destino, quando un tornado distrugge un campo in piena fioritura, i re e i contadini pensano sempre che la Vita abbia esaurito ciò che forse, aveva da dire attraverso di loro. Ma in verità la vita non si esaurisce mai, né in noi né attraverso di noi. Continua a operare come si deve… di rado come noi vorremmo, invariabilmente come é necessario che avvenga. Servire a qualcosa! Ma cos’è, la forza che dice questo dentro di te. Quella che davvero vuol servire da ponte alla luce oppure quella che tenta di assorbire questa luce per farla sua? Desideri dare …ma… decidi di trattenere. Dici alla Vita “ecco prendi!”, ma poi tieni il pugno ben chiuso. Sappi che sei fin dal momento preciso in cui servi, e che servi appieno fin dal momento preciso in cui accetti di essere. E’ così semplice! Significa soltanto “abbi fiducia”, perchè tutto ha una sua utilità: le gioie e i dolori, la stilettata e la carezza. Smetti di dire di sì mentre rimugini…Vivilo! Voi umani avete un ben strano orgoglio: volete avere fronde e fiori ancor prima di aver messo radici profonde nel terreno. Sapete sempre tutto, ma è ben raro che accettiate di sperimentare! Perchè sperimentare significa accettare che qualcosa marcisca dentro di voi. Qualsiasi radice nasce da una decomposizione nel seno dell’oscurità. La Natura invita forse i semi a germinare alla luce del giorno? Lo spirito del Sole semina e chiama, sì, ma è poi il corpo della terra che gli da forma nel suo ventre. Se non ricevi la benedizione di questo grembo, se la rifuiti e ti rivolti, non aspettarti che la via per le alte cime si dischiuda da sè. Servire a qualcosa, non vuol dire servirsi di qualcosa. … “.
tratto da : ” Akhenaton, il folle di Dio”, Daniel Meurois-Givaudan, ed. Amrita, 1998
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