“Non devo pensare soltanto a ciò che sarò tra pochi anni (cioè un uomo morto, ma ancora da taluno ricordato), ma a ciò che sarò tra alcuni miliardi di miliardi di anni, quando non esisterà più né la terra né il sistema solare. Che cosa sarò in quel lontano remoto futuro? Sarò il medesimo; sarò ciò che sono ora; sarò l’attualità che mi é e che mi vive, che vive in me; l’eterna presenza di cui il tempo è soltanto una forma; la forma negativa della presenza; la presenza è assolutamente negativa. Un forma negativa a cui noi tentiamo di dare una obiettività. Ma che non può essere obbiettiva. “
Tratto dal Quaderno 205, 1959 Verso la notte e le sue ignote costellazioni. Scritti sulla polite sulla storia.”, Andrea Emo, ed. Gallucci
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