“Si tratta di osservare sia l’evento che le emozioni scatenate dentro di noi dall’evento, e lasciare che questa esperienza sfoci in qualcosa di appropriato rispetto al problema o alla situazione difficile che stiamo vivendo. In un certo senso non c’è alcuna attività decisionale, frutto di un ragionamento. Cosa fare e come farlo diventa semplicemente evidente. Non devi ragionare su cosa fare, bensì “sondare” – cioè scendere in profondità nello stato di presenza -che cosa fare. Non agisci per deduzione logica, ma guidato da una sensazione interiore che scaturisce in te come conseguenza della calma raggiunta nello stato di presenza, uno stato che in realtà è ciò che veramente sei al di là di emozioni e pensieri appartenenti alla personalità. Ciò significa che finalmente è il tuo vero Sé ad agire.
Vi sto parlando di una rivoluzione nel modo di prendere le decisioni e, più in generale, di viverle.
- Muoversi verso l’interno invece che verso l’esterno, come ci hanno abituati a fare fin dai tempi della scuola.
- Sondare la propria profondità. Significa “lasciarsi scivolare” all’interno. E un processo che si realizza grazie a un’energia femminile/accogliente, non maschile/penetrante. Non puoi penetrare nel tuo stesso Sé, devi attendere, in stato di presenza nel qui-ora, che sia lui ad attrarti nel suo abisso.
- Dimorare nella presenza.
- Acquisire uno stato di pace e rilassatezza, anziché tentare di risolvere il problema dal punto di vista logico
Viviamo un tempo veloce dove l’accento è posto sulla prestazione anziché sulla presenza. L’esterno affascina e cattura l’attenzione, attraverso speranze e ansie quotidiane. Di fronte a un problema il primo istinto di chiunque è fare, anziché semplicemente stare. Ma la soluzione di ogni problema è nella capacità di resistere alla tentazione del fare, per sprofondare invece in questo preciso istante, fino a sciogliersi in un più espanso stato di coscienza.”
tratto da:” La via della ricchezza”, S. Brizzi, Anima edizioni, 2017
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