“Per ora accontentiamoci di quello di Garda, il quale (già voi avete indovinato la mia opinione) è uno de’ più bei laghi che si possano vedere o immaginare. Io, per quanto onore volessi fare alla mia immaginativa, confesso che prima di vederlo non avrei saputo fingerlo tanto bello. Catullo, che era buongustaio ed aveva viaggiato fino in Cilicia, preferiva le rive del Benaco ad ogni altra villeggiatura, e Virgilio ne ha parlato con quel rispetto di cui era debitore al padre del suo umile Mincio. Betteloni e Maffei, due carissimi poeti che tutti conoscete, ne sono perdutamente innamorati, ed io stesso, povero poetucolo che pochi conoscono, ho un posto per lui nel mio cuore proprio muro a muro con quello dell’amante. E come fare altrimenti? Quelle acque così pure, così limpide, così azzurre, così profonde, che nel guardarle mi fanno sempre pensare alla prosa del Leopardi, e agli occhi delle Madonne di Raffaello; que’ labirinti di ulivi, di castagni, di cedri, di giardini; quei paeselli sospesi come colombi sopra una rupe, fra la trasparenza del cielo e quella non meno tersa e lucente delle acque; quelle creste di montagne accavallate tumultuosamente le une sulle altre, come una greggia di montoni spaventati da un lupo, e che sfumano misteriosamente in una gola vaporosa azzurrina, dentro la quale si indovinano le nevi e le ghiacciaie del Tirolo; quegli approdi facili e ospitali; quell’elegante cullarsi e veleggiare delle barche peschereccie; quei porti formicolanti di moto, e di allegria; quella vita, quella serenità, quella libertà che si spira coi polmoni dell’anima in tanta e sì gioconda ampiezza di sponde d’acque e di cielo, tutto mi indurrebbe a dir al Signore quello che gli diceva San Pietro sul Monte Tabor: «Deh Maestro, piantiamo qui se vi piace i nostri padiglioni!….Chi non sa fra gli amorosi del lago di Garda, che il suo vero diadema è quella costiera incantata che cammina, serpeggia, si inerpica, corre e discende fra Salò e Tusculano? Se non avessi imparato dalla storia che il Paradiso terrestre era in Asia fra il Tigri e l’Eufrate, io non esiterei a collocarlo su questa magica riviera bresciana del mio lago; ed Adamo e Eva non dovrebbero aversene a male. Gargnano è, si può dire, il centro di quel Paradiso; e di là scendendo verso Salò è per quasi due miglia un sì vario e continuo prospetto di villaggi, di paesi e di ville, che ben potrebbe vantarsene qualunque più orgogliosa città….”
tratto da : “Novelle”, Ippolito Nievo
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