” E tu cantami ora , casta diva,
la trama della vita che s’impiglia
nei tuoi riflessi, fa che sopravviva
in me la quotidiana meraviglia
rosa d’inverno, luce che germoglia
da quei cocci aguzzi di bottiglia.
O padre, guarda, sono foglia
che sente la stagione più temuta
avvicinarsi diventare spoglia
ogni parola che sarà perduta
preghiere nomi versi, risonanze
di questa voce fioca che tramuta
in segni numinosi di speranze.
Qui notte dopo notte si tramanda
la luce della luna. Nelle stanze
al ritmo di un’antica sarabanda
le anime volteggiano, danziamo
corpi celesti, fiori di ghirlanda
nella penombra dove consumiamo
l’attesa che l’allodola ritorni
risponda finalmente al mio richiamo. “
tratto da “Q. e l’allodola.”, Vincenzo Mascolo, ed. Mursia, 2018
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