…” a tutto l’invisibile in cui credo può dare forma solo la parola, in lei si manifesta la poesia, e dunque non è altro che un linguaggio, come Raboni aveva teorizzato, ma non nell’eccezione del Tractatus, ovvero la raffigurazione logica del mondo, per Wittgenstein l’identità con il pensiero che esprime con le sue proposizioni i fatti di cui il mondo si compone, lo so, Queneau, il linguaggio si avvale del pensiero razionale, ma mi auguro tu possa convenire che c’è un’origine, una fonte e la sorgente è un nucleo preverbale permeato dalla trama del mistero che lega insieme tutto l’esistente e partecipa alla formazione del linguaggio, natura naturante di poesia, e si potrebbe quindi definire il linguaggio poetico la rappresentazione dinamica del mondo, un moto dell’irrazionale che nel suo evolversi costante confluisce nell’esperienza sensibile aprendo nuovi varchi e generando un’altra visione del reale,….”
tratto da:”Q. e l’allodola.” di Vincenzo Mascolo, ed. Mursia, Argani 2018
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