“…Tutto si basa sull’impermanenza. Il freddo che avete oggi non durerà per sempre, questa cena noiosa finirà e le malvagie dittature crolleranno lasciando il posto a fiorenti democrazie. Anche gli alberi vecchi cadranno in modo che possano nascerne di nuovi. Senza l’impermanenza, la vita semplicemente non ci sarebbe. Senza l’impermanenza, vostro figlio non potrebbe compiere i primi passi; e vostra figlia non potrebbe crescere e andare al ballo di fine anno. … Ogni momento nasce e muore. E noi, in modo concreto, nasciamo e moriamo con esso. Questa è la bellezza dell’impermanenza. In Giappone, la gente celebra ogni primavera la breve ma abbondante fioritura dei fiori di ciliegio. Nell’Idaho, fuori della casetta dove insegno, fiori blu di lino vivono per un solo giorno. Perchè questi fiori appaiono tanto più belli di quelli di plastica? La fragilità, la brevità e l’incertezza della loro vita ci affascina e ci invita alla bellezza, alla meraviglia e alla gratitudine.”
tratto da: “Cinque inviti”, Frank Ostaseski, 2017 , ed. MONDADORI
RSS feed for comments on this post. / TrackBack URI