“Colui che ricerca fra le sue diverse personalità la più vera, la più forte, la più profonda, deve ad ogni costo scorrere con ogni cura la lista e cavarne fuori quella su cui si sente di poter rischiare la propria sicurezza. Tutte le altre personalità divengono in tal momento non reali; solo la sorte di quell’unico Io si fa reale. Gli errori di esso sono reali, i suoi trionfi sono trionfi reali, e portano inevitabilmente con sé la vergogna o la soddisfazione. È questo un esempio di quell’attività selettiva della mente (…) Il nostro pensiero continuamente occupato a decidere quali, fra molte cose, dovranno divenire realtà per lui, sceglie definitivamente uno dei tanti Io, o caratteri possibili, e, d’allora in poi, non si vergognerà di mostrarsi deficiente in qualunque di quelli che non avrà adottato come suoi propri (…) Non vi è tentativo, non vi può quindi essere insuccesso; non essendovi insuccesso, non vi può essere umiliazione. Così il sentimento di noi in questo mondo dipende interamente da ciò che ci contentiamo di essere e di fare. Esso è determinato dal rapporto fra ciò che siamo e ciò che supponiamo di poter essere.”
tratto da : “Principi di Psicologia” (The Principles of Psychology), William James, 2 vols. 1890
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