“ Ma un’altra corona è stata fatta, una misteriosa corona.
Una corona, un’incoronazione eterna.
Tutta fatta, bambina tutta fatta di ramoscelli pieghevoli senza spine.
Di rametti germoglianti, di rametti di fine marzo.
Di ramoscelli d’aprile e di maggio.
Di ramoscelli flessibili che s’intrecciano bene a corona.
Senza una spina.
Ben obbedienti, ben docili sotto le dita.
Una corona è stata fatta di germogli e di gemme.
Di germogli di fiori come un bel melo, di germogli di foglie, di germogli di rami.
Di germogli di ramoscelli.
Di gemme di fiori per i fiori e per i frutti.
Tutta germogliante, tutta germinante una corona è stata fatta. Misteriosa.
Tutta eterna, tutta in anticipo, tutta gonfia di linfa. Tutta profumata, tutta fresca alle tempie, tutta tenera e olezzante.
Tutta fatta per oggi, per poi , per domani.
per l’eternità, per domani l’altro.
Tutta fatta di punte minute, di punte tenere, di principi di punte.
Fronzute, fiorite in anticipo.
Che sono le punte dei germogli, tenere, fresche.
E che hanno l’odore e il gusto della foglia e del fiore.
Il gusto del germoglio, il gusto della terra.
Il gusto dell’albero.
E in anticipo il gusto del frutto.
D’autunno.
Per calmare la povera fronte che batte di febbre,
pesante di febbre,
Per raggiungere, per contraccambiare l’incoronazione di derisione.
Pe raddolcire, per blandire, per calmare, per rinfrescare tempie che battono,
tempie febbricitanti.
La fronte ardente, la fronte febbricitante,
Pesante di febbre, le tempie calde, l’emicrania e l’ingiuria, e il mal di testa e per calmare la derisione stessa.
Per calmare, per profumare, per stagnare il sangue che s’incollava ai capelli.
Un’altra corona è stata fatta, una corona di linfa, una corona eterna,
Ed è la corona, il coronamento della speranza. “
Tratto da “Il portico del mistero della seconda virtù”, Charles Péguy
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