“A volte accade che si conoscano tutti i nodi creati dalla nostra anima, e che ci si compiaccia nell’analizzarli freddamente, senza peraltro riuscire a liberarsene. Nei Templi della Vita avevo incontrato spesso malati e anche terapeuti impastoiati nella maligna conoscenza dei loro meccanismi interiori… tutti avevano un cuore che andava inaridendosi sotto il falso sole creato dalla loro “comprensione” delle cose; e nessuno di loro riusciva ad aprire semplicemente le braccia per imparare ad amare le mutazioni della propria anima, riconoscendole per ciò che erano: soffi, momenti apicali della Vita che non cristallizza mai nulla per sempre, e voleva che tutto fosse esplorato. Ed ecco che mi trovavo nei loro panni, ero reso simile a loro, con il cuore incapace di leggere ciò che era evidente, e di ammettere le proprie trasformazioni, dichiarando la propria identità vera! Chi pensa di tenere tutto sotto controllo raramente si accorge di essere arrivato in fondo a uno dei mondi possibili, e che un mondo nuovo si apre a lui, un mondo in cui è soltanto un bambino ignorante di tutto. Se tuttavia accetta di riflettere su questa realtà, gli ci vuole il coraggio di gettarsi nel vuoto con le ali impalpabili della fiducia … un salto che certamente fa paura perchè ci obbliga a urlare chi siamo.”
tratto da : ” Akhenaton, il folle di Dio”, Daniel Meurois-Givaudan, ed. Amrita, 1998
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