Dopo il solstizio d’inverno, poco prima del Natale, l’ inesorabile accorciarsi del giorno segna l’inizio del lento, dapprima quasi impercettibile, allungarsi delle ore di luce. Arrivano, a partire dal 24 dicembre le dodici notti sante. Qualche cosa di grandioso accade nel mondo della natura, e anche al di sopra di esso. Un evento indicibile aleggia su ogni cosa e pervade l’atmosfera con il suo alito impalpabile, avvolgendo noi e tutto il creato in una dimensione sacrale.
Esistono tradizioni popolari, diffuse specialmente nell’Europa centrale, secondo le quali, nelle dodici notti sante, la natura si rivela agli uomini in una maniera assolutamente nuova e misteriosa. Il dodici è un numero che indica il ritorno al punto di partenza e il completamento di un ciclo cosmico, così come i dodici mesi dell’anno scandiscono l’orbita della terra nello spazio intorno al sole. Le dodici notti sante fra il Natale e l’Epifania sono il momento sacro per eccellenza. Un concetto simile era già presente nell’antichità pagana: basti pensare ai Saturnali, che duravano dal 17 al 23 dicembre (calendario stabilito dal’imperatore Domiziano), ma sopratutto al Dies Natalis Solis Invicti, il giorno della nascita del Sole Invitto. La festa del dio d’origine persiana Mithra, connessa, attraverso una serie di passaggi di natura sincretista, con il culto di Dioniso, veniva celebrata in Oriente la notte del 24 dicembre, la vigilia del Natale cristiano. Il periodo corrispondente alle dodici notti sante riveste, in questa luce, un significato particolare, nel quale le forze della natura non vengono, come semplicisticamente talora si afferma, sminuite o disprezzate e tanto meno desacralizzate, ma piuttosto ricondotte al loro legame originario e necessario con la Fonte luminosa e inesauribile da cui tutte derivano. Nella dimensione della storia, si verifica un evento inaudito che è al di sopra della storia e che nell’ambito della natura si manifesta in una realtà che non appartiene alla natura, ma che sta al di là di essa. Una sorta di apertura della gabbia spazio-temporale operata dall’Essere che è all’origine di Tutto. Nei rari momenti in cui l’uomo riesce a domare il proprio io, abbandonandosi al flusso della vita cosmica, la prigione si apre ed egli intravede l’unità originaria con il Tutto. L’uomo poi si ritrae spaventato, per il timore di “perdersi”. E’ semplicemente l’ attaccamento compulsivo alle cose e la forma mentale da cui nasce la tendenza aggressiva, delirante della scienza moderna. L ’uomo, da solo, non riesce ad accogliere la semplice verità che egli e il Tutto sono una cosa sola, perciò ha bisogno che ciò gli venga manifestato, nel trepido mistero delle dodici notti sante.
Secondo Steiner e la sua Scienza dello spirito, durante le 13 notte sante (dal 24 dicembre al 5 gennaio) vi è la possibilità tramite i sogni (o l’attività meditativa), di poter avere rivelazioni profetiche in merito ai fatti che accadranno nell’anno futuro. Un tempo, nel corso delle 12 notti sacre, gli iniziati celtici e germanici aprivano la coscienza, aprendosi in particolare ai misteri della luce solare. Il momento è del tutto particolare, una sorta di specchio che il cosmo porge all’uomo affinché egli vi possa riflettere il proprio passato e il proprio futuro.
Riguardo alla sola visione profetica ciò che si sogna (o si medita) durante il:
24 dicembre corrisponde a ciò che accadrà in Gennaio futuro
25 dicembre corrisponde a ciò che accadrà in Febbraio
26 dicembre corrisponde a Marzo
27 dicembre corrisponde ad Aprile
28 dicembre corrispodne a Maggio
29 dicembre corrisponde a Giugno
30 dicembre corrisponde a Luglio
31 dicembre corrisponde ad Agosto
01 Gennaio corrisponde a Settembre
02 Genanio corrisponde a Ottobre
03 Gennaio corrisponde a Novembre
04 Genanio corrisponde a Dicembre
05 gennaio corrisponde ad una visione panoramica totale dell’anno futuro intero
Conservare appunti di sogni o riflessioni che si son fatti in questi particolari giorni dal 24 dicembre al 5 gennaio, può esser uno spunto di riflessione sulla nostra maturazione spirituale. Una sorta di stimolo a guardare agli eventi della nostra vita cogliendo la traccia, il filo invisibile che tratteggia un disegno ogni volta unico, per ogni esistanza, per l’evoluzione ogni anima.
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