Amore sulla bilancia, “Nosce te ipsum”, tratto da Tarsie del coro di Santa Maria Maggiore, importante complesso di intarsi lignei, realizzati tra il 1524 e il 1532 da Giovan Francesco Capoferri e altri su disegno prevalentemente di Lorenzo Lotto, nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Bergamo.
La tarsia di “Amore sulla bilancia” si trova nella sua collocazione originaria, all’entrata nel coro a sinistra, quasi come monito a conoscere se stessi e la propria natura prima di iniziare il viaggio iniziatico che può compiersi attraverso la visione delle tarsie del coro: è un invito a reggere se stessi con equilibrio attraverso un processo di ascesi guidato da Amore. Il cartone per la tarsia fu pagato a Lotto nell’agosto 1524, mentre la traduzione in tarsia fu realizzata da Capoferri entro il 1527. Il pittore Ludovico da Mantova ne eseguì la profilatura nel 1530. Una recente interpretazione (Zanchi, 2009 a-b) vede in alcune tarsie simboliche del coro bergamasco una manifestazione del culto umanistico del Sole. Nella tarsia vediamo AMORE in piedi su una bilancia che regge sé stesso e sta in perfetto equilibrio: le sue ali sono aperte a creare l’impressione che stia salendo verso l’alto (ascende simbolicamente verso l’alto), e qui c’è un chiaro riferimento a Platone, secondo cui l’anima veniva immaginata con le ali che le permettono di sollevarsi fino a prendere parte della vita divina; sul capo reca tre fiamme che simboleggiano il fuoco sacro della purificazione interiore che gli permette di ravvivarsi sempre, tramite la meditazione e il lavoro su sé stesso. La scritta è emblematica poiché solo conoscendo sé stessi e riconoscendo la propria natura divina si può morire alla nostra materialità per rinascere vivificati dal fuoco sacro e spiritualizzarci (le tre fiamme sul capo):la bilancia, in alchimia,significa sublimazione, infatti, e qui indica il passaggio da uno stato di coscienza ad un altro più elevato. Attorno al putto alato, si notano trofei di vittoria che indicano come la felicità dell’anima si raggiunga meritatamente solo se c’è equilibrio, misura di sé stessi, conoscenza, ovvero se si possiede la Sapienza (“Conosci te stesso”). Attenzione però: il lavoro su sé stessi deve essere costantemente alimentato dal Fuoco interiore perché la bilancia ha due moti opposti; ascendente e discendente. Se i piatti si squilibrano,è compromessa la vera comunione dell’anima con Dio.
liberamente tratto da:http://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/w6030-00076/
http://ufosworld.blogspot.it/2008/04/bergamo-basilica-santa-maria-maggiore.html
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