Chiede l’Amato: perchè, perchè dobbiamo tormentarci, e non vivere amandoci semplicemente. Perchè il duello continuo senza esclusione di colpi, ferite d’amore inferte ad un cuore fragile. Non è vanità come dice Qoèlet, non sono fastidi penosi e preoccupazioni inutili del cuore. La relazione è la via, la coscienza passa attraverso la speculazione del proprio animo e di quello dell’amato. La nel terzo cuore che si va formando, Atanor rovente dei nostri limiti e delle nostre infinite illimitate possibilità, la si compie la fusione. Raramente, ma per grazia concessa l’uno raggiunge per qualche istante l’altro, lo comprende, lo compenetra ed avviene la rara fusione. La coppia, la consapevolezza dell’uno nel due, questo è lo scopo. Il divino si è scisso, il divino si ricompone mirabilmente. Allora nulla è vanità, tutto, ogni singolo istante, assume valore e non è correre dietro al vento, ma insieme percorrere la vita, le esistenze che si succedono per la nostra consapevolezza, per ricomporre il Tutto.
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