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Pensiero che si plasma

“Nell’interiorità dell’io nasce un pensiero che si plasma in forma di parola; l’individuo lo emette vestito di suoni imposti da un’eredità condivisa col destinatario; durante l’emissione, la sua intimità sta quasi sospesa a quel filo sonoro che percorre la distanza fra l’io e il tu, il lui mittente e il lui destinatario; subito, poi, la parola tace, ma vive duplicata, oltre che nell’intimo di chi l’ha partorita, nell’intimo di colui che l’ha ricevuta.  Due momenti di silenzio attorniano il momento della parola vestita di suono reale. Di qua il momento vitale in cui il pensiero anela a essere formato in suoni, di là la parola che si veste di suono e si corica in forma di parola taciuta. Ci sono tre categorie di silenzio collegate alla parola: di chi la formula, di chi l’ascolta, di chi la conserva. Bisogna trovare entro la solitudine gli spazi dove coltivare questi silenzi, scoprire come possano vivere con un interlocutore che parli tacendo.”

tratto da “Tacet”, Giovanni Pozzi, ADELPHI, novembre 2013