“E’ noto, come ricorda per esempio Clémence Ramnoux nel suo lavoro sui presocratici, che all’origine è una lei -natura, donna o Dea- che ispira la verità a un saggio. Il maestro però tiene generalmente segreto ciò che ha ricevuto da lei, grazie al quale, grazie alla quale, ha elaborato il suo discorso. Egli non dice granché riguardo a questa origine, perchè le parole gli mancano o perchè vuol tenerlo per sé – perchè non può o non vuole parlare della sua relazione con lei. Questa relazione rimane quindi nascosta o rimossa dall’insegnamento del maestro presocratico. Tuttavia, alcuni maestri, quali Empedocle o Parmenide, alludono a lei, ciascuno a modo suo. Anche Platone accenna a lei, almeno quando si tratta dell’amore, della relazione- tra. …. Per alcuni maestri -Empedocle o Parmenide – la totalità del discorso è ancora misteriosamente fondata a partire da lei – natura, donna o Dea – che rimane l’inacessibile cosa dalla quale sorgono le parole e alla quale sono rivolte. Per altri invece-Eraclito, per esempio- il discorso si rinchiude su di sé per mezzo di strategiche opposizioni conflittuali. Ormai diviene possibile che le conversazioni abbiano luogo tra sé e sé, dentro o tra il (i) medesimo(i), e la verità e il linguaggio comincino a parlare a partire da loro, su di loro, senza alcun ritorno ad un altro, un altro che è all’inizio femminile -natura, donna , Dea. L’uomo stabilisce la sua dimora di linguaggio, staccata dal reale e dall’altro in quanto reale. … Questo gesto avviene in un modo più segreto e sottile di quello di Prometeo, e prepara a una morte per soffocamento, spossatezza, isolamento, conflitto e infine distruzione di lei -natura, donna, Dea. … In reatà lei svanisce doppiamente. Per chiudere definitivamente il logos su se stesso, per fare in modo che il logos parli con se stesso, le tracce della relazione con lei sono espresse al neutro. Per esempio On al singolare è usato per designare la totalità degli enti – c’è On – e gli enti sono chiamati onta, ci sono onta. Invece di dire: il mondo è nato da lei, e dalla mia relazione con lei, il filosofo occidentale dice: c’è l’ente, ci sono gli enti, che è, o sono, dato(i) senza nessuno che dà. C’è, ci sono, senza essere nati in certo senso, senza un’origine. C’è, ci sono, misteriosamente. Con la neutralizzazione del proprio essere e della totalità dell’universo, il filosofo presocratico prepara la tradizione per il nichilismo…. Dopo che la natura o la Dea sono svanite nel neutro, la possibilità è aperta per la loro sostituzione con un Dio, un Dio al maschile -un Dio che stabilisce la sua assoluta entità contro la fluidità del neutro e anche la proliferazione delle parole, delle cose, degli dei. Quindi un Dio, unico e al maschile, ha occupato il posto dell’estasi creato e custodito da lei. Da allora, il mondo è rinchiuso su se stesso, ed è predisposta la via per l’inferno all’opera nella nostra epoca. … quando Dio occupa il posto dell’estasi della verità, controversie possono naturalmente esserci, ma non a proposito di questo assoluto, soltanto al modo in cui lo percepiamo e lo avviciniamo. Dio in quanto tale rimane nascosto, sottratto per sempre alle nostre percezioni….Il Dio, che occupa occupa l’estasi lasciata vuota dal maestro presocratico, ha tutti i predicati appropriati alla sospensione della relazione con lei o -Lei….. Un certo Dio ha dunque incluso nella medesimezza ciò che prima corrispondeva all’estasi di una relazione con l’altro. Egli ha trattenuto mediante l’immutabilità della sua eterna autosufficienza la fragile, mutevole, incostante esistenza della relazione tra noi. Una relazione è sempre aperta, in costante evoluzione, mai propria dell’uno o dell’altro, frutto di un presente in continua creazione, generazione. Questa relazione, in un certo senso, si sottrae anche alle nostre percezioni sensibili: invisibile, inudibile, intangibile in quanto relazione. Tuttavia esiste. Impercettibile, è più presente di ogni rappresentazione.”
tratto da:”All’inizio , lei era”, Luce Irigaray, Bollati Boringhieri, maggio 2013
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