“La simbologia più diffusa e popolare dell’Epifania sono i falò … che rappresentano un aspetto ancora vivo degli antichi riti agrari, celebrati in appendice alle feste del solstizio d’inverno e della definitiva vittoria del sole sul gelo. Il termine pasqueta acquista un senso biblico e religioso: è la rigenerazione della vita arborea, perchè si trasmette alla terra la fertilità, attraverso il fuoco. …Nella mentalità della nostra gente, la vecia, sinonimo di strega veniva bruciata come simbolo dell’inverno e delle forze malefiche della natura e dal fuoco rinasce la veceta , che in dialetto significa fata, portatrice di doni. Per questo l’Epifania è chiamata anche la festa dela veceta, per i doni che gettava attorno al falò (mele, arance), o giù per il camino; oppure riempiendo la calza appesa al camino o gli zoccoli, posti sul focolare. Attorno al fuoco gli anziani celebravano la “magia” del fuoco. Dalla direzione del fumo e delle scintille, essi traevano i pronostici per l’imminente aprirsi del nuovo ciclo vegetativo. Per esserne certi buttavano un pugno di cenere in alto. Se la direzione era verso est la promessa era un di un fruttuoso raccolto, se verso ovest era presagio di carestia.”
tratto da:”Mondo contadino, Società e riti agrari del lunario veneto. Dino Co
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