Esiste un’attenzione alla vita dei santi che sembra controbilanciare il diffuso distacco nei confronti di tutto ciò che è religioso. Non solo, proprio quando l’indifferenza è più elevata spiccano le figure dei mistici. Per i credenti, i santi rappresentano i fratelli maggiori nella fede. Come vive un santo? E soprattutto come nasce un mistico? La recente e documentata biografia di Gemma Galgani (1878-1903), mistica di Lucca, è un bell’esempio anche dal punto di vista fenomenologico. Il libro è scritto da Gemma Giannini, pronipote del cavalier Matteo Giannini che, a fine Ottocento, ospitò la giovane rimasta orfana e, allora, gravemente ammalata. L’autrice del saggio attinge a ricordi familiari, a un archivio personale e alla documentazione utilizzata per il processo di canonizzazione. La ricostruzione, molto accurata e puntuale, riporta gli scritti della santa che, costretta dall’infermità, non può entrare in nessun convento ed erige la propria casa a luogo di clausura, assistita da un padre spirituale e da una zia, Cecilia. La vita di Gemma Galgani viene attraversata da sofferenze indicibili sopportate dentro un dialogo mistico con gli angeli, la Vergine e con Cristo dal quale riceverà le stimmate. Gemma non è una donna isolata, vive in una famiglia numerosa, tiene una corrispondenza e scrive un diario in cui annota con scrupolo quanto le accade durante la giornata che, sovente, si trasforma in un combattimento con il demonio. «Amore vuole amore; fuoco vuole fuoco», le aveva confidato Cristo in una visione……Gemma è figura complessa anche perché i segni che si manifestano nella sua esistenza sono numerosi e straordinari, l’ultimo dei quali avviene a quindici giorni dalla sua morte: durante la riesumazione il suo cuore fu trovato ancora fresco e sanguinante.
Giuseppe Farinelli, “Gemma Giannini, Amore vuole amore. Santa Gemma Galgani”, Edizioni Ares, Milano, pagg. 398, euro 19,90
tratto da: Sole 24 Ore,”La Gemma mistica”, Giovanni Santambrogio 25 agosto 2013
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