” Cristo tenne un lungo e sconcertante discorso sulla sua carne come cibo e sul suo sangue come bevanda. Se si pensa che in quella cultura era vietato persino toccare un corpo lacerato e sanguinolento perchè il sangue, segno della vita intangibile, contaminava chi lo manipolava, si riesce a comprendere la reazione di molti discepoli di Gesù registrata dall’evangelista Giovanni: “Questo discorso è skleros”, cioè duro”, inaccettabile, (6,60). Lo stesso Cristo ne è consapevole e replica “Questo vi scandalizza?” e in greco skandalon è la pietra d’inciampo che ci fa incespicare e cadere una persona che avanza su un viottolo accidentato. Non per nulla, rivolto ai dodici, gli apostoli da lui selezionati, li aveva interpellati con una domanda netta e radicale: ” Volete andarvene anche voi? “(6,67) … un monaco della comunità piemontese di Bose, Ludwig Monti (Le parole dure di Gesù, Qiqajon, Bose, Biella) ha dedicato proprio alle “parole dure di Gesù” … ma anche di tutti i passi del Vangelo che sono vere proprie ” pietre d’inciampo” (skandalon) . Costui, è infatti, incline a considerare Cristo solo come un “mite e umile di cuore” e, quindi dolce, tenero, mansueto, e a ritenere l'”evangelo” solo una buona novella. Questo è vero, ma l’amore non elide la giustizia, la bontà si deve coniugare con la verità, la delicatezza non è sinonimo di ingenuità, la soavità non può sconfìnare nella sprovvedutezza e il bene non è dabbenaggine.”
tratto da: “Domenica, Sole 24 Ore” 27 gennaio 2013, Gianfranco Ravasi
RSS feed for comments on this post. / TrackBack URI