Nessun essere può dissolversi nel nulla,
l’eterno in tutti senza sosta freme,
nell’Essere mantieniti, felice!
L’Essere è eterno, ché leggi vi sono
A custodire i tesori viventi
di cui l’universo s’adorna.
Il vero già da gran tempo è trovato
e ha riunito una gran schiera di spiriti,
attieniti all’antico vero.
Sii grato al saggio, o figlio della terra,
che ad essa il cammino intorno al sole
indicò, e ai pianeti fratelli.
Subito volgiti ora al tuo intimo,
in esso il centro troverai
di cui il nobile mai dubiterà.
Di nessuna regola sentirai mancanza
poiché la sua autonoma coscienza
sarà il sole del tuo giorno costumato.
Abbi allora fiducia nei tuoi sensi,
nulla di falso mai ti mostreranno
se l’intelletto tuo ti terrà desto.
Gioioso osserva, e con sguardo sempre nuovo,
e vaga, flessibile e sicuro,
per i prati pieni dei doni del mondo.
La copia e l’abbondanza godi come conviene,
sempre ti sia accanto la ragione
là dove vita gioisce della vita.
Allora il passato ti sarà durevole,
vivo il futuro nell’immaginarlo,
e l’attimo sarà l’eternità.
E quando infine ti sarà riuscito,
quando sarai pervaso da questo sentimento:
solo ciò che reca frutto è vero,
allora al vaglio passerai le forze
del mondo, comunque si muovano,
e alla ristretta cerchia ti unirai.
E come già in antico nel silenzio
un’opera d’amore a suo volere
il filosofo, il poeta ha concepito,
così anche tu otterrai il dono più bello:
ché riconoscere le anime nobili
è il più desiderabile dei compiti.
Vermächtnis
Kein Wesen kann zu Nichts zerfallen!
Das Ew’ge regt sich fort in allen,
Am Sein erhalte dich beglückt!
Das Sein ist ewig; denn Gesetze
Bewahren die lebend’gen Schätze,
Aus welchen sich das All geschmückt.
Das Wahre war schon längst gefunden,
Hat edle Geisterschaft verbunden,
Das alte Wahre fass’ es an!
Verdank’ es, Erdensohn, dem Weisen,
Der ihr, die Sonne zu umkreisen,
Und dem Geschwister wies die Bahn.
Sofort nun wende dich nach innen,
Das Zentrum findest du da drinnen,
Woran kein Edler zweifeln mag.
Wirst keine Regel da vermissen,
Denn das selbständige Gewissen
Ist Sonne deinem Sittentag.
Den Sinnen hast du dann zu trauen,
Kein Falsches lassen sie dich schauen,
Wenn dein Verstand dich wach erhält.
Mit frischem Blick bemerke freudig
Und wandle sicher wie geschmeidig
Durch Auen reich begabter Welt.
Genieße mäßig Füll’ und Segen,
Vernunft sei überall zugegen,
Wo Leben sich des Lebens freut.
Dann ist Vergangenheit beständig,
Das Künftige voraus lebendig,
Der Augenblick ist Ewigkeit.
Und war es endlich dir gelungen,
Und bist du vom Gefühl durchdrungen;
Was fruchtbar ist, allein ist wahr,
Du prüfst das allgemeine Walten,
Es wird nach seiner Weise schalten,
Geselle dich zur kleinsten Schar.
Und wie von alters her im stillen
Ein Liebewerk nach eignem Willen
Der Philosoph, der Dichter schuf,
So wirst du schönste Gunst erzielen;
Denn edlen Seelen vorzufühlen
Ist wünschenswertester Beruf.
tratto da: “Cento poesie”. J.W.Goethe, Einaudi editore
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