“Dicono che la scienza ha reso impossibile la poesia. Non c’è poesia nelle automobili e nella radio. E non c’è più religione. Tutto è tumultuoso e transitorio. Pertanto, così dicono, non ci può essere relazione tra il poeta e il nostro tempo. Ma di sicuro è una stupidaggine. ……Tutto quello che ti serve ora è stare alla finestra e lasciare che il tuo senso del ritmo si apra e si chiuda, audace e libero, finchè le cose non si fondono, finchè i taxi non danzano con le giunchiglie, finchè un tutto non sarà creato da questi frammenti separati. Sto dicendo sciocchezze lo so. Quello che voglio dire è: raccogli il coraggio, sii guardingo, invoca tutto il talento che la Natura ha voluto concederti. Poi lascia che il tuo senso del ritmo si svolga e si riavvolga tra gli uomini e le donne, gli autobus,i passeri -qualsiasi cosa trovi per strada-, finchè non li abbia legati assieme in un tutto armonioso. Forse è questo il tuo compito –trovare le relazioni tra le cose che sembrano incompatibili eppure hanno una misteriosa affinità, assorbire ogni esperienza che ti passa davanti senza paura e saturarla completamente, così che la tua poesia sia un tutto, non un frammento. Ripensare la vita umana in poesia e darci così di nuovo tragedia e commedia attraverso personaggi non trattati in modo prolisso come fanno i romanzieri, ma condensati e sintetizzati come fanno i poeti -questo è ciò che vogliamo vederti fare ora.”
tratto da:”Consigli ad un aspirante scrittore”, Virginia Woolf, ed.BUR, 2012
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