Qu Yuan (cinese: 屈原; pinyin: Qū Yuán; ca. 340 a.C. – 278 a.C.) fu un poeta e patriota cinesedelChu meridionale durante il periodo dei Regni combattenti. Le sue opere si trovano principalmente in un’antologia di poesia nota come Chu Ci. La sua morte si commemora alla Festa di Duan Wu o di Tuen Ng (端午节/端午節), comunemente nota in Occidente come Festa delle barche drago. Qu Yuan ministro nel governo dello stato di Chu: di nobile discendenza e grande valore, fu un campione di lealtà e fedeltà politica ed un appassionato difensore della sovranità del suo paese.
Qu Yuan è generalmente riconosciuto come il primo grande poeta cinese di cui si abbiano testimonianze scritte. Egli iniziò lo stile del Sao, che prende il nome dalla sua opera più famosa, il poemaLi Sao (“Incontro al dolore”), in cui abbandonò i classici versi di quattro caratteri usati nei poemi dello Shi Jing e adottò versi di lunghezze variabili, che conferiscono al poema maggior ritmo ed ampiezza di espressione. Nell’opera, che costituisce il poema lirico politico di stile romantico più lungo della storia della letteratura classica cinese, l’autore, richiamando vari riferimenti storici, esprime la speranza che il re di Chu potesse agire in modo retto, come i saggi re della leggenda Yao, Shun e Yu, utilizzando all’interno persone virtuose e abili e alleandosi all’esterno con altri Stati nella resistenza allo Stato di Qin.[2]
Proprio per le profonde innovazioni introdotte nella poesia lirica, Qu Yuan è considerato anche una delle più eminenti figure del Romanticismo nella letteratura cinese, ed i suoi capolavori influenzarono alcuni dei più grandi poeti romantici della dinastia Tang come Li Bai e Du Fu.
Un altro importante poema di Qu Yuan è Tian Wen (“Domande al cielo”), in cui l’autore pone via via 172 domande al cielo su vari argomenti (astronomia, geografia, letteratura, filosofia), esprimendo i propri dubbi sui concetti tradizionali e di ricerca della verità in nome di uno spirito scientifico più aperto e moderno. Altrettanto celebri sono i Ju Ge (“Nove canti”), una serie di inni sacrificali elaborati sulla base di canti popolari. Qui l’autore crea un gran numero di figure di divinità, per cui si tratta in realtà di canzoni d’amore tra uomini e dei.[3]
Nelle sue opere, in modo originale e affascinante, Qu Yuan personifica fiori e alberi e crea figure di fate, a cui affida il proprio nobile sentimento. Nei versi di Qu Yuan, quindi, accanto alla bellezza del linguaggio e alla peculiarità delle metaforme, trovano spazio i suoi sentimenti più profondi tra i quali spicca la sua nostalgia per il paese natale. Proprio per questo, da millenni Qu Yuan è il poeta più venerato dai Cinesi. A parte la sua influenza letteraria, Qu Yuan è ritenuto anche il primo poeta patriottico della storia cinese. Il suo idealismo politico ed il suo inflessibile patriottismo sono serviti da modello per gli intellettuali cinesi fino ai giorni nostri.
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