Non so se è per una sorta di sincretismo, (vocabolo che deriva dal greco συγκρητισμός (synkrētismós), con il significato di “coalizione cretese”. Il termine compare per la prima volta nel “De fraterno amore”, 19 di Plutarco, che cita l’esempio dei Cretesi che hanno messo da parte le differenze per coalizzarsi in vista dei pericoli esterni) che mi sento portata naturalmente a riunire piuttosto che dividere. Domani è la vigilia di Natale. Nasce il bambino di luce della religione cristiano cattolica. Sento forte in me l’esigenza di attingere e impare ciò che c’è di santo anche nelle altre religioni. Il modo di amare Dio mi commuove sempre profondamente e mi riempie la vita. Imparo oggi che la religione dell’Islam consiste nella fede (al-iman) e nella pratica (al-din). I cinque pilastri dell’Islam (Arkàn al-Islàm) è l’espressione usata per indicare i cinque obblighi fondamentali di ogni musulmano, uomo o donna, in base alla legge religiosa (Shari’a) che il musulmano devoto è tenuto a osservare, ritenendoli atti essenziali per compiacere Dio (Allah) che li ha ordinati.
Tali obblighi sono:
- La testimonianza di fede (الشهادة Shahada)
- Le preghiere rituali (الصلاة Salāt o, in lingua persiana, Namāz)
- Il digiuno durante il mese di Ramadan (الصوم Sawm o Siyam)
- L’elemosina canonica (الزكاة Zakat)
- Il pellegrinaggio a La Mecca (الحج Hajj)
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