” La preghiera è uno dei modi con cui possiamo riprenderci il nostro potere di sanare. Un altro modo è quello di mettere in discussione la struttura della religione così come viene praticata oggigiorno. Mettendo in dubbio lo status quo, ci avviciniamo al Creatore. E dobbiamo essere proprio noi a camminare. Nessun altro può farlo al posto nostro: non Gesù né Mosè ne Buddha o Maometto. essi non sono altro che canali attraverso i quali passa la Luce. Noi abbiamo bisogno di usarli come guide, ma non possiamo dipendere da un prete, un rabbino o dal nostro migliore amico. Anch’essi hanno il loro cammino da percorrere.
Tocca a noi collegarci alla sorgente, unirci a Dio, e costruire una connessione. Ci connettiamo con il divino tutte le volte che superiamo le prove e le sfide quotidiane, tutte le volte che condividiamo in modo altruistico e incondizionato. E’ nostro compito usare la sorgente, cioè usare Dio, per trasformare l’egoismo in felicità e in appagamento. Questo sarà il nostro dolce raccolto, dopo tutto il lavoro nei campi.”
tratto da: “La Kabbalah e il potere di cambiare ogni cosa”, di Yehuda Berg, ed. TEA
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