“La manifestazione più naturale del suono è precisamente la sillaba A dell’Amen. La A è una chiave, un suono fondamentale che si pronuncia senza alcun contatto della lingua con il palato, semplicemente con l’aria emessa dai polmoni. La M corrisponde all’ultimo suono della serie labiale e viene prodotto con le labbra chiuse. L’Amen rappresenta tutto un fenomeno di produzione del suono che non si può trovare in nessun’altra parola, tranne che nell’OM. Om e Amen condensano tutta la serie di parole possibili. L’Amen pervade tutte le parole, tutti i suoni possibili, tutti gli esseri, in un movimento creatore perpetuo, universale e illimitato. E’ la traduzione più sottile dell’universo manifestato e del manifestato per eccellenza che è l’uomo. E’ la parola conclusiva delle preghiere e la sua musica si compone generalmente di una poderosa scansione di arsi * e tesi, di impulso e di riposo, di entusiasmo e di calma, per finire in un soffio. Molti psicologi pensano che l’Amen e i canti che ne derivano abbiano origine dalla stessa pulsione archetipica dell’Om: entrambi simboleggerebbero anche, nel voto finale della preghiera, il soffio creatore alitato per accogliere la richiesta.”
*Presso i greci la parola arsi indicava il sollevarsi del piede nella danza e, di conseguenza, la parte accentata del ritmo. Oggi rappresenta nella metrica musicale il tempo debole del ritmo. Nella letteratura e nella metrica latina, essa indicava la parte del piede, in genere la sillaba lunga, segnata dall’accento metrico. Per estensione, l’arsi è impiegata per indicare l’innalzamento del tono della voce.)
tratto da. “CORPO, Territorio del sacro” Evaristo Eduardo De Miranda, Ancora Editrice
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