Cari amici di Novarmonia,
mi è piaciuta molto questo “tag” (si dice così?) sull’esoterismo. E’ proprio vero: siamo tutti angeli caduti e ognuno di noi vive tra spirito e materia, in una dualità che spesso sembra essere contrapposta. La meta è l’integrazione delle due dimensioni, la riunificazione tra la nostra metà invisibile (irrazionale)e quella visibile (razionalità) della nostra corporeità. Sembra difficile ma non lo è. E’ necessario però averne la volontà. Il raggiungimento è gioia. Grazie e scusate l’intrusione.
Eluardo De Rios
Le intrusioni sono lo scopo e la meta di questo sito. Interagire con il mondo, le anime che lo animano. Il risveglio ormai è avvenuto Eluardo e lei lo sa. Stasera ho appena visto un altro film interessante di una regista che definirei androgino, Jodie Foster. “Mr.Beaver”, come per “The Tree of life”, la storia di una famiglia e della crisi dell’uomo/padre/marito “paralizzato” ormai nel bel mezzo del cammin di sua vita. La Foster affronta bene a mio parere proprio questo tema dell’integrazione delle parti. La riunione di tante diverse personalità che l’uomo è chiamato a giocare all’interno del micro cosmo famiglia e che lo limitano fortemente nella sua creatività Da dove cominciare per costruire l’uomo nuovo? Salvando l’essenziale? L’attenzione, la disponibiltà, la cura. Cominciando da questo? L’attenzione per le piccole-autentiche cose che ognuno ha dentro. La disponibiltà ad ascoltare l’altro senza condizioni, ne giudizio. La cura, come fa una madre che accoglie e fa si che il figlio riconosca il suo esistere. Non dunque un uomo femminile, ma che riconosce parti peculiari del femminile che sono dentro di lui e che questa società ha sempre negato al maschio, le trasforma in una sorta di continua redenzione cosciente, appunto. Mi piace l’espressione “un modo di vivere consapevole e amorevole”. I frutti saranno da subito visibili e la Foster ce li fa vedere una volta tanto in maniera poco americana per nostra fortuna. Ma queste sono le mie sensazioni, altri commenti sono attesi. Grazie Eluardo per la sua attenzione e buona serata. Annamaria
Gentile Annamaria,
grazie per la risposta e per la squisita accoglienza. “Da dove cominciare per costruire l’uomo nuovo? Salvando l’essenziale?” si domanda. Quello che lei indica è sicuramente un momento necessario di questa edificazione. Prima ancora, però, secondo me è necessario porsi in ascolto di se stessi e cercare di (ri)conoscere “l’essenziale” dell’esistere. Successivamente occorre modificare lo sguardo sulle cose e aprirsi, come giustamente ha osservato lei, all’ascolto dell’altro, da intendersi però anche quale “altro da sé”. Insomma, a mio avviso solo la conoscenza di noi stessi può aprire uno spiraglio sulle leggi misteriose dell’esistenza e permettere così di superare quella soglia che conduce alla luce della conoscenza. Le cose da dire sarebbero molte, ma mi interrompo per non annoiare lei e i visitatori del suo sito. Forse un giorno avremo occasione di proseguire questo interessantissimo dialogo.
Le auguro ogni bene e momenti di illuminazione.
Eluardo De Rios
Certo Eluardo, le sue osservazioni danzano con me ed è stimolante questo dialogo. Lei parla di mettersi in ascolto di se stessi. Walter uomo in crisi, dopo aver provato con la psicanalisi e frequentato gruppi di autocoscienza, decide di uscire dal sonno apatico che gli impedisce ormai di vivere. Taglia con il mondo, rimanendoci paradossalmente dentro. Fa parlare per lui, un piccolo castoro di peluche, Mr.Beaver, che da voce al suo “altro da sé” nel suo quotidiano e non tutti nella sua famiglia sono contenti di questo. E’ vero, come dice lei, la conoscenza di noi stessi può aprirci e fare luce sulle leggi dell’ esistenza. Occorre entrare dolorosamente dentro, vedere anche parti oscure di cui non vorremmo ammettere la presenza. L’uomo (n)uovo di cui lei parla sta costruendo giorno per giorno questo. Film, libri, internet ne stanno verificando la nascita. Sono sicura che in mezzo a tanta palude di orrori quotidiani e mediatici, siano in molti gli esseri che si stanno trasformando su questa via. Certo il passaggio non è indolore, il fuoco che ci trasforma brucia anche parti che ci sembravano essenziali per il nostro vivere.
Questo processo è fondamentale per noi, ma anche per i nostri figli che ci guardano. Loro sanno vedere e specchiarsi nella nostra nuova umanità sarà l’unica cosa importante che potremo lasciare loro.
Grazie sempre. Annamaria
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